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Piante officinali in Calabria

salvia

Salvia

Salvia officinalis 

Famiglia: Labiatae

Morfologia

Cespuglio alto da 20 a 40 cm, grigio tomentosi con odore aromatico. Suffrutice. Fusto legnoso alla base, ramificato, con peli patenti, foglie con picciuolo da 10 a 15 mm e lamina lanceolata, ottusa, crenata sul bordo. Verticillastri 5-10 flori più o meno unilaterali, l’inferiore avvolto da una coppia di foglie bratteali; calice ferrugineo con tubo di 5-7 mm e denti di 4-6 mm; corolla violacea (raramente rosea o sbiancata) con tubo di 10-15 mm, e labbro superiore di 7-10 mm.

Tecnica colturale

Pianta termofila ed eliofila, predilige gli ambienti secchi, e riparati dal vento; non sopporta i ristagni d’acqua e gli inverni prolungati. Se in coltura, con periodi di siccità ed elevate temperature diviene necessaria l’irrigazione. Predilige i terreni calcarei, leggeri, permeabili, ricchi di scheletro e ben forniti di calcio. Anche se possibile, raramente viene praticata la semina diretta, poiché le prime fasi di sviluppo sono piuttosto lente e risulterebbe difficile il controllo delle infestanti e la pulizia del terreno. Inoltre, in caso di formazione di crosta superficiale i cotiledoni avrebbero grosse difficoltà ad emergere. La pratica più diffusa è costituita perciò dal trapianto con piantine ottenute in vivaio o mediante talea o per divisione dei cespi. Le talee si preparano in aprile-maggio, devono avere una lunghezza di 10-15 cm e vengono fatte radicare su un terreno sabbioso, umido e ricco di humus. L’eventuale semina in campo si effettua a fine marzo-metà aprile, comunque quando la temperatura dell’aria è intorno ai 15°C. Il trapianto invece può essere realizzato in autunno, negli ambienti più miti o in primavera, nel periodo aprile-maggio, per le zone più fredde e a rischio di gelate. Le distanze di impianto per la salvia sono interfila: 50-70 cm. e sulla fila: 20-30 cm. Con una densità di impianto intorno alle 8 piante mq. La concimazione per la salvia è costituita da: Azoto 70-80 Kg/ha, Fosforo 80-100 Kg/ha e Potassio 80-100 Kg/ha. La salvia si avvantaggia anche della presenza di sostanza organica nel terreno e di eventuali letamazioni. Il potassio contribuisce ad indurre nella salvia maggiore resistenza al freddo, mentre un eccesso di fosforo può deprimere la resa in olio essenziale. L’azoto converrà distribuirlo in modo frazionato, parte al trapianto o alla ripresa vegetativa e in parte in copertura, meglio se subito dopo il raccolto e se accompagnato da una irrigazione, anche modesta, perché questa pratica combinata accelera il ricaccio e lo sviluppo vegetativo. Si eseguono i consueti interventi di sarchiatura per rompere la crosta, arieggiare il terreno, contenere le infestanti, interrare il concime e favorire la permeabilità del terreno poiché la salvia non ama i ristagni. Anche per questo conviene irrigare frequentemente e con modeste dosi. Su coltivazioni intensive, con superfici ridotte e in consociazione con altre aromatiche ed ortaggi, è possibile praticare la pacciamatura, sia con film plastici che con prodotti di origine naturale come paglia, cortecce e residui vegetali. Alla fine dell’anno di coltivazione si pratica una leggera rincalzatura per proteggere le gemme basali dalle gelate che si potranno verificare. In autunno, si pratica anche il cosiddetto taglio di mantenimento, per dare uno sviluppo regolare alla pianta e far si che raggiunga l’inverno ad un giusto stadio di sviluppo, per sopportare lo svernamento e i successivi freddi. Così si rinnovano anche le parti che sono fiorite, essiccate o che presentano danni e malattie. La salvia può essere facilmente attaccata da ruggine (Puccinia nigrescens Kirchn), con comparsa di macchie rosso-violacee sulle pagine inferiori delle foglie e sui piccioli e da oidio (Erysiphe salviae (Jaez.) Golov) che invade la pianta con il tipico micelio bianco. Queste patologie si manifestano più facilmente su impianti vecchi o trascurati e in situazioni di elevata temperatura e umidità. Fra gli insetti sono possibili attacchi di coleotteri, minatori e acari. Si raccoglie la parte aerea, prima della fioritura, sfalciandola a circa 15-20 cm da terra per non compromettere il ricaccio successivo. I tagli troppo bassi tendono a ridurre il numero di gemme ascellari e indeboliscono la pianta, mentre i tagli troppo alti determinano un’elevazione del cespo che può creare difficoltà di raccolta negli interventi successivi. Nelle coltivazioni estensive di pieno campo si ottengono, dal secondo anno in poi, 2 e talvolta 3 raccolti. Con la salvia coltivata non a scopo erboristico od industriale, ma volendo ottenere della droga fresca per l’aromatizzazione dei cibi, occupando superfici contenute e in consociazione con altre erbe aromatiche si opera la raccolta con una piccola falciatrice oppure a mano, intervenendo a rotazione sulle piante e selezionando con cura il prodotto che verrà confezionato in mazzi, vaschette o cassettine. La resa complessiva annua della salvia in piena produzione si aggira sui 100-150 q/ha di biomassa verde. Nella produzione di cimette fresche per l’impiego culinario la resa effettiva è del 60% poiché il prodotto va selezionato con maggiore rigorosità e vanno esclusi i rametti, le parti legnose quelle non sane ed esteticamente deprezzate. La resa in secco è di circa il 25%. La resa in olio essenziale è dello 0,2-0,3% sul fresco, mentre nelle foglie essiccate dall’1,2-2,5% In attesa di essere consegnata sul mercato, la salvia va conservata per brevi periodi in magazzino, al fresco e all’ombra per ridurne l’appassimento e la perdita delle caratteristiche organolettiche o va messa in una cella frigorifera per ortaggi, aumentandone così i tempi di conservazione. Le foglie di salvia possono essere conservate anche mediante surgelazione. Invece, la semplice essiccazione all’aria, senza un apposito essiccatoio, è piuttosto problematica, poiché se i tempi dell’operazione si allungano per le condizioni atmosferiche avverse, le foglie si inscuriscono ed ammuffiscono facilmente, perdendo le qualità estetiche ed aromatiche.

Le notizie riportate nelle schede monografiche sono solo informative. L’eventuale uso delle essenze deve essere effettuato seguendo le indicazioni di personale specializzato.

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