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Piante officinali in Calabria

Ginestra

Spartium junceum 

Famiglia: Papillonaceae

I greci, i romani e i cartaginesi usavano tale fibra per tessere le vele delle loro navi. La fibra si ricava dai rami (vermene) tagliati dopo la fioritura, battuti, messi a macerare per una settimana, battuti di nuovo, fatti asciugare, stigliati e poi cardati. La fibra grezza è usata per preparare corde, fili, sacchi e reti da pesca; quella più raffinata è usata per preparare una stoffa forte, di colore scuro, che col tempo e l’uso diventa bianca.

 

Habitat

Cespuglieti in stazioni soleggiate da 0 a 1200 m s.l.m.

Morfologia

Arbusto alto da 50-150 cm, fusti verdi cilindrici  compressibili ma tenaci, eretti o ascendenti ramosissimi. Foglie precocemente caduche alla fioritura più o meno scomparse,  lanceolate. Fiori in racemi terminali, bassi peduncoli obconici, corolla giallo intensa con carena a risalto, legume eretto un po’ falciforme, pubescente.

Parti utilizzate:

Fusto e fiori

Usi

Usi tradizionali

Artigianale: tessitura, culto, estrazione essenza.

Modalità di utilizzazione: tra la fine di luglio ed agosto venivano tagliati i rami e raccolti in “mannelli”, cioè in mazzi. Le “ventine” cioè venti mannelli, venivano messe a bollire, fino a  quando, toccando la parte esterna, questa tendeva a staccarsi. Venivano poi messe nell’acqua corrente; dopo un periodo di macerazione di circa venti-venticinque giorni, si toglievano dall’acqua e, a fasci, si battevano sulla sabbia con una mazza di legno (o si strofinava con i piedi) in modo da eliminare i “restucci” (i residui legnosi). La ginestra veniva “ricalata” nell’acqua corrente per lavarla dalla sabbia e poi messa ad essiccare al sole. Si ottenevano così dei batuffoli da filare e tessere. La fibra della ginestra era molto più grezza di quella del lino e veniva impiegata per asciugamani, tovaglie, sacchi, “cirme” e “cirmelle” in cui conservare farina, per teli sui quali essiccare i  fichi, etc. Di ginestra erano le calze della donna e in genere dei contadini. In occasione della processione del Corpus Domini i fiori venivano raccolti e poi buttati a terra poco prima del passaggio dell’Ostia Consacrata. I fiori sono utilizzati per l’estrazione della concreta.

Nomi dialettali

jinostra, calavrune, cinestra, inestra, janipru, percassu, pilarrune, pirogatu, pirunara, sazulla, sbragasciu,  scalidda.

Spartium junceum: pianta - fiore- semi- saponi all'essenza di ginestra

Le notizie riportate nelle schede monografiche sono solo informative. L’eventuale uso delle essenze deve essere effettuato seguendo le indicazioni di personale specializzato.

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