fragola fumigazione

Coltivazione della fragola più sostenibile. Si punta sulla biofumigazione

fragola fumigazione

La mono-successione o il frequente ritorno sul medesimo appezzamento sono pratiche comuni per la coltivazione della fragola che impongono ad inizio di ogni nuovo ciclo colturale il problema della disinfezione del terreno. Se le tecniche colturali a basso impatto ambientale di conduzione della coltura dal post-trapianto in poi sono piuttosto diffuse e consolidate, lo sono di meno quelle di pre-impianto per fronteggiare la cosiddetta “stanchezza del terreno”.

Il problema è comune in tutte le aree frutticole ed orticole in coltura specializzata intensiva ed è strettamente connesso con l’impoverimento del contenuto di sostanza organica dei suoli che determina lo scadimento dei parametri fisici, chimici e biologici del substrato di coltivazione.

Le progressive restrizioni e revoche dei mezzi chimici fumiganti, a partire dall’abolizione del bromuro di metile, stanno sempre più aggravando il problema e rendono indispensabile l’individuazione di tecniche e prodotti alternativi efficaci per il controllo di nematodi, patogeni dell’apparato radicale e del colletto ed infestanti che siano sostenibili dal punto di vista economico.

Nel caso della fragola, fino allo scorso anno, la disinfezione del terreno di pre-impianto si è basata sull’impiego di una miscela di cloropicrina e 1,3 dicloropropene eseguita da ditte specializzate e più raramente con principi attivi ad azione fumigante come il Metam sodio o il Metam potassio.

Ma già da quest’anno si prefigurano nuove restrizioni e possibili ritiri, salvo deroghe, anche di queste sostanze.

fragola fumigazione
Tunnel destinato alla coltivazione della fragola sottoposto a fumigazione chimica – Fruttificazione di Ligea, una delle tre nuove varietà ottenute da ARSAC

Il nostro gruppo di lavoro, che nel lametino porta avanti da anni un programma di miglioramento genetico, è giunto di recente a brevettare tre nuove varietà di fragola, due delle quali (Ligea e Medì) sono nella fase iniziale di diffusione commerciale in Calabria e nel Sud Italia (la terza non si è affermata in Italia ma sta riscuotendo interesse in Brasile, con il nome di Randoce) e ritiene necessario verificarne il comportamento vegeto-produttivo in terreni sottoposti a tecniche di fumigazione alternative a quelle chimiche con la convinzione che la risposta e l’adattamento alle tecniche di biofumigazione dipendono anche dall’interazione tecnica-genotipo (rusticità intrinseca della varietà).

In base alle nostre conoscenze le tecniche di biofumigazione che si stanno diffondendo si basano sull’uso combinato e sinergico di mezzi fisici (solarizzazione) e biologici (apporti di sostanza organica, derivati di piante “biocide”, consorzi microbici), in diversa combinazione tra loro.

Mezzi fisici

La solarizzazione è tecnica nota da decenni ed ultimamente rivalutata anche a seguito delle suddette restrizioni dei prodotti chimici. Sfruttando il calore dell’irraggiamento solare va effettuata con film caratterizzati da elevato rendimento termico per periodi di tempo sufficientemente lunghi. Sulla base di recenti studi sperimentali e delle prime applicazioni pratiche, la solarizzazione effettuata in sinergia con l’apporto di grossi quantitativi di ammendanti organici rappresenta una soluzione promettente. La tecnica, denominata ADS (Anaerobic Soil Disinfestation), prevede che il terreno ammendato sia bagnato abbondantemente prima di essere sigillato con il film plastico trasparente impermeabile ai gas, creando una condizione di anaerobiosi e mantenendo il film per almeno 3 settimane La fermentazione anaerobica dell’ammendante sviluppa metaboliti e composti volatili aventi attività repressiva di patogeni e nematodi. Sul fronte pratico e della tempistica colturale aziendale è interessante, per la coltura della fragola, l’applicazione dell’ADS che prevede dopo l’interramento del prodotto organico la preparazione delle prode baulate che, in questo caso, vengono rivestite da un doppio film plastico, quello di polietilene nero forato adatto alla coltivazione e quello trasparente con elevato rendimento termico, eseguendo poi la bagnatura del terreno per creare le condizioni di anereobiosi, con il film plastico di polietilene che alla fine dell’intervento di disinfezione viene mantenuto per l’intero ciclo colturale.

Mezzi biologici

1) La sostanza organica

Il ripristino di adeguati livelli di sostanza organica nel terreno è alla base del successo degli interventi di biofumigazione, in quanto strumento principale per mantenere un’elevata attività biologica nel terreno (complessità microbica) con conseguente contenimento dello sviluppo dei patogeni radicali, oltre che per migliorare i parametri fisici del suolo (struttura, ritenzione dell’acqua e degli elementi nutritivi) e chimici (rilascio graduale di sostanze nutritive in linea con le specifiche esigenze della pianta).

2) Piante biocide

Appartenenti alla famiglia delle Brassicaceae , molte specie sono ricche di glucosinolati, composti i quali, quando la pianta viene trinciata e incorporata nel terreno, sviluppano composti (isotiocianati) con effetti depressivi verso una vasta gamma di parassiti e agenti patogeni. Oltre ad essere impiegate mediante sovescio, esiste la possibilità più pratica di utilizzare formulati pellettati ottenuti dal processo di estrazione dell’olio dai semi (dove la concentrazione dei glucosinolati è più elevata).

Anche in questo caso l’efficacia della tecnica di biofumigazione è potenziata dalla copertura del terreno trattato con film plastico ed anche in questo caso si può operare su terreno già baulato e pronto per l’impianto.

3) Consorzi microbici

Sono numerose le ditte che propongono formulati composti da ceppi selezionati di varie specie di funghi micorrizici, funghi saprofiti, batteri della rizosfera, attinomiceti, lieviti.

Con la loro applicazione, sia prima dell’impianto, che nelle fasi successive al trapianto, si mira ad ovviare ai fenomeni di “vuoto biologico” determinati da anni di trattamenti chimici, ripristinando la fertilità biologica del terreno arricchendolo di microrganismi utili che svolgono un ruolo di competizione nei riguardi dei microrganismi patogeni oltre ad esercitare un effetto positivo sullo sviluppo dall’apparato radicale, sulla fisiologia delle piante e sull’aumento della capacità di assorbimento delle sostanze nutritive.

Modalità attuative dell’iniziativa

Prima dell’inizio, in ottobre, della campagna fragola 2023-2024 il nostro gruppo di lavoro ha preventivato prove sulle varietà di fragola Ligea e Medì ottenute con il programma di miglioramento genetico dell’ARSAC ed eventuali altre varietà convenzionali diffuse a Lamezia, che prevedessero la rilevazione dei parametri produttivi su terreni fumigati chimicamente e terreni biofumigati e trattati con prodotti indicati come “rivitalizzanti” di suoli stanchi (consorzi microbici).

Per la biofumigazione è stato individuato un formulato denominato BIORESET (prodotto da Itaka Srl) il cui meccanismo d’azione è basato sulla sinergia tra i flavonoidi derivanti da propoli e i glucosinolati liberati da olio di senape. Gli estratti di brassiche interagendo con acqua e terreno, attraverso reazioni di idrolisi enzimatica, liberano dei composti secondari, per l’appunto i glucosinolati, da cui si formano composti solforati, soprattutto isotiocianati, che hanno azione antifungina e antibatterica.

Purtroppo la prova più significativa programmata in una azienda che impiega le nostre varietà e pratica la biofumigazione chimica con cloropicrina e 1,3 dicloropropene, dove si era previsto il confronto del comportamento vegeto-produttivo delle piante su terreno fumigato chimicamente e terreno sottoposto a biofumigazione con Bioreset è saltata a causa della generalizzata ed eccessiva mortalità delle piante nella fase di post-trapianto, con conseguente ricorso ad un elevato numero di rimpiazzi che hanno reso troppo disomogenei e poco attendibili i filari su cui eseguire i rilievi.

E’ da precisare che l’elevata mortalità in post-trapianto delle piante di fragola a radice nuda è stato quest’anno un fenomeno anomalo che ha riguardato tutti gli areali fragolicoli del Sud Italia, determinata, in estrema sintesi, da problematiche connesse con le temperature più elevate della norma registrate nei vivai d’altura di produzione delle piante fino al momento dell’estirpazione, che in questa sede non è possibile approfondire.

E’ rimasta in piedi una seconda iniziativa impostata in una azienda che in estate aveva sottoposto a solarizzazione l’intera superficie destinata da circa un decennio a fragola. Su parte della superficie si è potenziata l’azione volta dalla solarizzazione, distribuendo in pre-trapianto Bioreset tramite le ali gocciolanti poste al di sotto del film plastico di pacciamatura. Successivamente a questo trattamento di disinfezione iniziale, in post-trapianto e secondo un protocollo tecnico ben preciso, sono stati effettuati interventi in fertirrigazione a base di MICOSAT F TAB PLUS (prodotto da C.C.S.), un formulato indicato come rivitalizzante di suoli stanchi composto da un insieme di microrganismi funzionali all’aumento della biodiversità microbica del suolo, facendo rientrare nella prova oltre alla varietà Ligea anche la varietà RedSara (Planitalia) piuttosto diffusa nel lametino.

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Veduta parziale dei tunnel sottoposti a solarizzazione dell’azienda in cui si svolgono le prove – Uno dei filari dell’area di prova nelle fasi successive alla messa a dimora delle piante

Il trattamento biofumigante e gli interventi con il formulato microbiologico, in questa prima fase, sembrano avere esercitato un effetto positivo sullo sviluppo vegetativo sia della parte aerea che dell’apparato radicale, rispetto al terreno soltanto solarizzato.

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Diverso sviluppo dell’apparato fogliare e radicale delle piante della varietà Ligea allevate su terreno trattato con le sostanze in prova (1) e su terreno soltanto solarizzato (2)

 

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Diverso sviluppo dell’apparato fogliare e radicale delle piante della varietà RedSara allevate su terreno trattato con le sostanze in prova (1) e su terreno soltanto solarizzato (2)

Durante tutto il ciclo produttivo, che si concluderà a maggio, procederemo con le rilevazioni dei dati fenologici (inizio fioritura, precocità di maturazione), produttivi (produzione a pianta, peso medio del frutto, ecc.) e qualitativi (grado Brix, acidità, consistenza polpa, brillantezza del colore della superficie dei frutti) su parcelle individuate sul terreno solarizzato e sul terreno solarizzato e sottoposto agli inteventi biofumiganti e “rivitalizzanti”, che renderemo noti.

Purtroppo questa prova non ci consentirà di confrontare nella stessa azienda eventuali differenze tra terreno biofumigato e terreno fumigato chimicamente. Tuttavia, i dati finali potranno essere ugualmente significativi se valutati rispetto alle potenzialità produttive, che sono note, delle varietà oggetto dello studio e se confrontati con quelli che verranno ottenuti in media nella stessa annata in aziende dove è stata praticata la fumigazione chimica, tra cui quelli dei campi di valutazione varietale che ogni anno sono gestiti dalla nostra Unità Operativa, i quali sono impiantati su terreno fumigato chimicamente.

E’ altrettanto importante sottolineare che per stabilire in che misura le varie strategie alternative di disinfezione del suolo possano sostituire i trattamenti basati su composti chimici e fornire risultati stabili, sarà necessario basare le valutazioni su più anni di applicazione.

E’ nostra intenzione, infine, già a partire dal prossimo anno, effettuare analoghe indagini con altri prodotti/formulati presenti in commercio, anch’essi meritevoli di essere studiati.

Il gruppo di lavoro ARSAC

Maurizio Funaro (Responsabile), Mario Ambrosio, Maria Grotteria, Luigi Longo, Giuseppe Matozzo, Gianfranco Spagnolo.

Ufficio Sperimentazione Arsac di Catanzaro

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Publicato da Arsac Ufficio Marketing Territoriale

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