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Situazione fitosanitaria dei vigneti nel territorio di Cirò e Melissa annata agraria 2022 -2023

Il territorio oggetto di studio fa parte di quell’area geografica denominata Enotria, un’antica regione dell’Italia meridionale, di difficile delimitazione, ma che sicuramente comprendeva le frange sud-orientali della Campania, la Basilicata e la Calabria.

I coloni greci, trovando il popolo degli Enotrî nella terra dove vennero a fondare, intorno al sec. VIII, le loro nuove città d’occidente, denominarono Enotria la parte più meridionale della nostra penisola, e misero questo nome in relazione con il vino (οἶνος) o col palo che regge la vite (οἴνωτρον).

Questo territorio calabrese del versante ionico crotonese, vocato da sempre alla coltivazione della vite, possiede tantissime potenzialità con molteplici sfaccettature agronomiche. Su questi “terreni” dotati di caratteristiche intrinseche particolari gli agricoltori laboriosi in passato e ancora oggi hanno impiantato vigneti dai quali si ottengono uve di elevata qualità. Dalla trasformazione delle bacche ottenute, utilizzando tecnologie adeguate si producono ottimi vini che rispettano quanto previsto dal Consorzio di Tutela per la DOC Cirò e Melissa e rispecchiano quanto contenuto nei disciplinari di produzione degli areali viticoli della zona.

La Peronospora della Vite nei vigneti del territorio di Cirò e Melissa

La Plasmopora viticola peronospora della vite nei vigneti dell’area esaminata, costituita dai territori dei comuni della fascia jonica crotonese e dell’entroterra della provincia di Crotone, di solito non è molto frequente in quanto per il suo sviluppo la malattia necessita di precipitazioni abbondanti che in questo territorio, altamente vocato alla coltivazione della vite, scarseggiano.

Durante l’annata 2023 invece, specialmente durante il periodo della fioritura, le piogge sono state frequenti e abbondanti causando un violento attacco di peronospora in tutto il territorio della DOC. Per individuare velocemente le aree colpite dalla fitopatia sono stati effettuati una serie dei sopralluoghi, presso le aziende ricadenti nei comuni di Cirò e Melissa.

Quali sono state le cause principali che hanno determinato questi attacchi così violenti della malattia?

Sicuramente l’andamento climatico che nell’annata in corso è stato particolare, con precipitazioni abbondanti e temperature minime e massime fuori dalla media stagionale.

Basti pensare che le precipitazioni della prima parte dell’anno sono state cosi abbondanti che in soli quattro mesi si è registrata la stessa quantità di pioggia caduta durante tutto l’anno precedente.

Queste particolari condizioni meteo, oltre a determinare un anomalo sviluppo della coltura posticipando tutte le fasi vegetative, hanno dunque favorito lo sviluppo della malattia.

L’elevata quantità di pioggia “infettante” caduta ha dato inizio al periodo di incubazione della peronospora che di solito termina con la comparsa della tipica sintomatologia sulla foglia, caratterizzata da “macchia d’olio” sulla pagina superiore e da una muffa biancastra nella pagina inferiore costituita da fruttificazioni agamiche responsabili delle infezioni secondarie sui grappoli appena formati.

Queste infezioni secondarie causano danni sui grappoli in formazione interessando il rachide, che una volta colpito assume la classica forma ad esse con disseccamenti parziali o totali dei grappolini.

 

Le infezioni appena descritte sono state riscontrate con maggiore intensità, in quei vigneti dove sono state effettuate anticipatamente, le lavorazioni del terreno per eliminare le infestanti presenti.

In queste condizioni infatti le zoospore, spore di origine asessuale e provviste di flagelli, veicolate dagli spruzzi d’acqua unite alle folate di vento, possono raggiungere più facilmente gli organi verdi della pianta dando origine alle infezioni primarie.

La fitopatia non controllata in modo adeguato, come in effetti è avvenuto quest’anno in molti vigneti delle zone di Cirò, Cirò Marina e Melissa, può provocare danni elevati con la totale perdita della produzione.

I danni maggiori sono stati riscontrati nei vigneti di varietà a bacca bianca come il “Greco bianco” ma anche nei vigneti con varietà a bacca rossa “Gaglioppo”. L’ infezione ha interessato tutti gli organi verdi, gli acini le foglie, germogli e i tralci.

In alcuni vigneti è stato riscontrato un danno del 15-20%, ma nei casi più gravi il l’infezione ha “colpito” il 90% del vigneto, con completo disseccamento dei grappoli. In quest’ultimo caso i proprietari hanno deciso di interrompere le cure colturali troppo onerose per una produzione quasi azzerata.

TRATTAMENTI EFFETTUATI

La difesa fitosanitaria della vite può essere effettuata con prodotti di copertura oppure con prodotti citotropici o sistemici. Prodotti sicuramente validi ed efficaci se vengono utilizzati nell’epoca giusta.

I prodotti di copertura o contatticidi (Sali di Rame in varie formulazioni) usati principalmente nelle aziende a conduzione biologica, anche non non avendo capacità sistemica, garantiscono un buon controllo della “malattia”,  inoltre considerato il loro “meccanismo d’azione multisito”  non provocano fenomeni di resistenza.

Ma questo tipo di trattamento fitosanitario di copertura e preventivo, anche se effettuato rispettando la tempistica di intervento, in molti casi in questa annata particolare non ha avuto un esito positivo in quanto le frequenti piogge hanno causato il dilavamento dei principi attivi

Per questo motivo alcuni viticoltori sono arrivati ad effettuare più di 10 interventi fitosanitari, e sulla base delle previsioni meteo, tale numero è destinato ad aumentare.

Ricordiamo che il Regolamento UE 1981/2018 ha limitato la quantità di rame utilizzabile sulle colture ad una dose di 28 kg/ha di rame in 7 anni, con conseguente aggiornamento del Reg. UE 540/2011. Il limite massimo dei 28 kg/ha è quindi ripartibile sulle 7 annate (4 kg/ha)  come da decreto direttoriale del Ministero della Salute.

Anche in vigneti dove sono stati impiegati i più svariati prodotti sistemici (anche in miscele “fantasiose”) non si è avuto il controllo totale della malattia, probabilmente a causa di presenza di ceppi particolarmente “aggressivi”.

CONCLUSIONI

La difesa della vite dalle avversità è una delle pratiche colturali che il viticoltore deve programmare per tempo e modificare seconda dell’andamento climatico stagionale. Infatti in annate caratterizzate da queste particolari condizioni climatiche assume un ruolo fondamentale la programmazione e la scelta del momento “giusto” per eseguire i trattamenti nei vigneti. Diventano quindi di fondamentale importanza il monitoraggio dei vigneti a cadenza settimanale e la relativa pubblicazione dei bollettini fitosanitari. Inoltre per ottenere buoni risultati deve essere effettuato un lavoro di “gruppo” coinvolgendo agronomi, esperti dei settori afferenti alle istituzioni del territorio (Consorzio, ARSAC, Università ecc…) nell’interesse del mondo viticolo del territorio.

Dr Nicodemo Murgi e Dr Antonio Squillace Divulgatori Agricoli

ARSAC Centro Divulgazione Agricola N. 10  Crotone

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Publicato da Arsac Ufficio Marketing Territoriale

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