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Emergenza fitosanitaria negli oliveti del Basso Jonio catanzarese

Anche negli oliveti dell’area di competenza del Centro di Divulgazione Arsac n. 16  Basso Jonio catanzarese, come nella quasi totalità delle aree olivicole della Calabria, si sono verificate situazioni fitosanitarie anomale che hanno compromesso le produzioni. Si attendeva una buona annata, avvalorata da una abbondante fioritura, ma fenomeni di scarsa allegagione e cascola precoce delle olive appena allegate hanno ridotto considerevolmente le previsioni.

Nel corso dei sopralluoghi, finalizzati alla verifica delle condizioni fitosanitarie degli oliveti, si è osservato che la sintomatologia suddetta è dovuta sicuramente all’azione delle punture trofiche del “tripide dell’olivo”, Liothrips oleae (Costa), un insetto nero lucido che da adulto ha una lunghezza di circa 2-3 mm.

Il Liothrips oleae è normalmente presente negli oliveti; tuttavia i danni prodotti raramente raggiungono entità di ordine economico tali da giustificare interventi diretti di difesa perché si limitano a lesioni e deformazioni fogliari. Questo insetto, dannoso in tutti i suoi stadi di sviluppo, oltre alle foglie può attaccare anche i fiori e i frutti, provocandone la caduta o il danneggiamento.

Quest’anno, ma a parere degli olivicoltori dell’area il fenomeno anche se con minore intensità era presente già da qualche anno, il tripide con le sue punture ha provocato non solo i consueti danni fogliari, ma anche aborto fiorale, cascola delle olive appena formate e deformazioni e maculature scure infossate alle drupe in accrescimento. Considerando che un forte attacco di tripidi può rendere l’olivo improduttivo per più di una campagna di produzione, la situazione è veramente critica.

Nel corso dell’indagine fitosanitaria si sono osservati anche attacchi di una malattia chiamata “cercosporiosi”, causata dal fungo Mycocentrospora cladosporioides Sacc.

La patologia, conosciuta anche come “piombatura dell’olivo”, è facilmente individuabile perché le infezioni, che interessano prevalentemente le foglie, si manifestano sulla pagina inferiore con delle macchie vellutate irregolari, fuligginose, in corrispondenza delle quali si osservano, sulla pagina superiore, aree clorotiche che successivamente imbruniscono e disseccano.

Le foglie colpite vanno incontro a cascola precoce; in caso di forti attacchi il fungo può risultare dannoso anche a carico di rametti, piccioli fogliari, drupe e loro peduncoli.

Negli oliveti del comprensorio la malattia si è manifestata con differente intensità nelle diverse aree di coltivazione e con danni di un certo rilievo, soprattutto, dove non sono stati eseguiti trattamenti rameici contro l’occhio di pavone e negli ambienti più umidi.

Nel caso di oliveti con forti infezioni, la cercosporiosi ha determinato intense defogliazioni, specialmente a carico dei rami basali, che hanno aggravato ulteriormente la sanità delle piante attaccate anche dal tripide.

Ciò avrà sicuramente ripercussioni negative a livello produttivo e rischia di compromettere, se non si interviene adeguatamente, anche i prossimi raccolti. 

Considerando la complessità dei sintomi rilevati, sono in corso ulteriori monitoraggi per accertare eventuali altre cause che hanno concorso al danneggiamento degli oliveti e individuare così le strategie di difesa possibili sia nella produzione integrata che in quella biologica.

A breve seguirà una nota informativa sulle azioni da avviare per contenere innanzitutto le due avversità rilevate.

Nota divulgativa a cura di:  Dr.ssa Maria Milione,

ARSAC Ce.D.A. 16 Squillace

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Pubblicato da Arsac Ufficio Marketing Territoriale

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