“Il fascino della castagna: il percorso dal riccio alla tavola”
Il 29 ed il 30 Ottobre, presso il Campo della Biodiversità del Castagno di Vecchiarello, località del Comune di Sersale, l’Arsac in collaborazione con l’istituto Comprensivo di Sersale e la Riserva Naturale Regionale “Valli Cupe” ha organizzato 2 giornate di educazione Agro-Ambientale dedicate alla scoperta dell’albero del castagno.
L’iniziativa, realizzata nell’ambito del Progetto Didattico dal titolo “Il fascino della castagna: il percorso dal riccio alla tavola”, ha coinvolto gli alunni ed i docenti delle classi quarte e quinte della Scuola primaria “G. Bianco” di Sersale e del plesso scolastico di Zagarise “ P. Opipari”. I bambini sono stati accolti dal Rappresentante della Riserva Naturale “Valli Cupe” e Sindaco di Sersale avv. Salvatore Torchia che ha evidenziato il ruolo delle Riserve Naturali Protette nella valorizzazione delle ricchezze naturali, culturali e sociali del territorio e come la conservazione della natura debba essere incentrata su un modello di sviluppo sostenibile in cui le attività umane si armonizzano con l’ambiente e con la natura del territorio. La Dirigente dell’Istituto Comprensivo di Sersale Prof.ssa Maria Brutto ha parlato del legame inscindibile e della naturale sintonia tra l’uomo e l’ambiente facendo riferimento alla storia dell’antica Grecia dove la natura era profondamente sentita e l’ambiente era avvertito come un insieme unitario di cui l’uomo faceva parte.
Le attività didattiche si sono svolte attraverso un percorso ecologico alla scoperta dell’eco-sistema e di alcune delle 85 varietà di castagno presenti nel campo di raccolta del germoplasma castanicolo, delle principali malattie che hanno segnato il declino del castagno e delle tecniche di innesto. Gli obiettivi del progetto infatti hanno riguardato soprattutto gli aspetti legati alla conoscenza dell’albero del castagno e dei suoi frutti legati all’importanza della conservazione della biodiversità come patrimonio collettivo e come risorsa e ricchezza da preservare per le generazioni future
La D.ssa T.Borelli, divulgatore agricolo dell’Arsac, ha descritto ai bambini il “Pastillaro” e le diverse fasi di essiccazione delle castagne evidenziando come fino a pochi decenni fa il cuore della vita sia lavorativa che sociale della popolazione di montagna si svolgeva proprio intorno ai castagneti ed ai pastillari che circondavano il paese. Ha evidenziato inoltre l’importanza del percorso didattico “ Il fascino della castagna : dal riccio alla tavola” nella diffusione dell’educazione alla “Cultura Rurale”. Un percorso attraverso il quale si cerca di avvicinare i giovani al mondo dell’agricoltura eco-sostenibile per comprendere che Coltivare è il gesto più antico, forse il primo che ha consentito di parlare di civiltà e che coltivare la terra è coltivare prima di tutto i saperi. Un viaggio nel recente passato per conoscere le proprie origini, il proprio territorio ed i prodotti dell’agricoltura locale, rispettare l’ambiente che ci circonda e comprendere la memoria storica legata alla civiltà del castagno insieme al senso di appartenenza e di identità della comunità stessa. Il percorso è continuato attraverso il castagneto con la descrizione da parte del Dr. A. Scalise, Direttore del Centro Sperimentale Dimostrativo di Cropani, delle caratteristiche di alcune delle 85 varietà che sono coltivate all’ interno del campo di raccolta del germoplasma castanicolo dell’Arsac.

Durante la visita sono state osservate e descritte le principali malattie del castagno e le tecniche di lotta impiegate attraverso la lotta biologica. In particolare il Dr. Scalise si è soffermato sulla lotta al Dryocosmus kuriphilus Yasumatrsu, noto come “cinipide galligeno del castagno”, parassita dannoso che da alcuni anni infesta pericolosamente i castagneti del territorio Calabrese e che viene contrastato dai tecnici dell’Arsac attraverso rilasci (“lanci”) nei castagneti dell’antagonista naturale il parassitoide Torymus sinensis. I rilasci programmati hanno la finalità di incrementare la popolazione dei Torimidi affinchè si moltiplichino e si diffondano favorendo un efficace contenimento della popolazione del parassita del castagno e la riduzione dei danni da esso provocati. Alla fine del percorso, il dipendente di Calabria Verde Sig. C. Pitari, ha spiegato l’importanza dell’innesto descrivendo alcune tecniche di innesto applicate su alcune piante del campo. Dopo le varie osservazioni in campo, i bambini hanno raccolto nei loro cestini le castagne dalle piante che simbolicamente hanno adottato e che torneranno a trovare per seguire gli innesti di primavera, per vedere il loro stato di salute ma soprattutto per riallacciare e rinforzare quel legame affettivo che i nostri nonni avevano saldato nei secoli passati e che l’emigrazione, l’abbandono e le malattie dopo, hanno gravemente compromesso.