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Rodilegno giallo in arboreto da legno: consigli per la difesa e il contrasto

Come da segnalazione   pervenuta al Ceda 14 di Vibo Valentia,  sul disseccamento di rami, branche, fusti su piante di Frassino, facenti parte  di un impianto polispecifico di arboricoltura da legno di Ontano, Noce, Farnia, Pioppo, Frassino, Acero, Castagno e Ciliegio, in agro di Monsoreto di Dinami VV Azienda Cavallari Antonino ( PSR Calabria 2007/2013), ed a seguito di sopralluoghi effettuati, già nello scorso anno, dopo aver esaminato attentamente le piante e sezionato numerose branche, è stato possibile riscontrare il problema del disseccamento. Esso è da attribuire ad una progressiva infestazione nelle ultime annate di Rodilegno giallo (Zeuzera pyrina L.). La presenza di tale insetto  è ormai nota da tempo, probabilmente i cambiamenti climatici con il conseguente abbandono dei territori da parte dell’uomo, hanno consentito una maggiore aggressione da parte del Lepidottero, superando quella soglia di dannosità difficile da gestire con la semplice asportazione delle parti disseccate o con gli interventi di contrasto classici. Di seguito alcune considerazione circa l’attacco subito dal Frassino da parte del rodilegno giallo, con i consigli per il contrasto della patologia realizzati in questi due anni.

Impianto arboricoltura da legno Fondo Gullì di Monsoreto di Dinami VV

 

Generalità

Zeuzera pyrina L.( (Lepidoptera Cossidae) è una farfalla con ampie aperture alari, con sfondo bianco e con la presenza anteriormente di macchie di colore blu scuro metallico. L’ordine di appartenenza è quella dei Lepidotteri, mentre il genere è   dei Cossidi. La specie è denominata Rodilegno giallo, specie fortemente polifaga attacca varie specie, oltre al Noce, Pero, Melo, Nespolo, Melograno ed altri numerosi fruttiferi, compreso l’Olivo con attacchi frequenti sulle ramificazioni secondarie, ed una moltitudine di latifoglie forestali lungo i viali e in impianti di arboricoltura da legno in Calabria, appartenenti a diversi generi: Acer,  Fagus, Platanus, Ulmus, Fraxinus ecc.

Ciclo di Vita

Le farfalle (foto 1), le troviamo svolazzare solo  di notte, mentre di giorno rimangono immobili lungo i grossi rami con le ali racchiuse a forma di tetto, da fine Giugno ad Agosto. La femmina di Zeuzera, ha in dotazione un particolare ovidepositore extraflessibile , con il quale, per un periodo di svariate settimane, può depositare qualche centinaio di uova, prevalentemente alla base delle gemme apicali dei rami delle piante, sotto la corteccia dei rami. Le larve scavano, quando si trovano sulle gemme apicali discendono, fino ad arrivare nel legno dei rami più grossi e del fusto. Le larve che attaccano la corteccia, scavano sotto e, qui, stazionano fino a penetrare nel legno solo nella primavera successiva, formando delle vere e proprie gallerie, oblique o dritte nel senso della fibra, mentre nei rami più giovani la galleria è centrale rispetto alla fibra. Alla base di ogni galleria vi è un opercolo che comunica con la rosura esterna al tronco. Nell’anno successivo, la larva matura, circa 60 mm di lunghezza,  di colore limone pallido, avvolta da tubercoli di colore nero, da dentro il legno si avvicina sempre di più verso l’esterno in direzione della corteccia, ed è in questa area forma una vasta camera, dove s’incrisalida e  verso il mese di giugno, dopo aver perforato la corteccia, prende il volo.

Foto 1: larva con adulto

Quali danni provoca

Il danno maggiore è dovuto prevalentemente all’attività vorace delle larve (foto 2) che provocano il disseccamento dei germogli, e dei rami con perdita di resistenza meccanica di tutta la parte legnosa (  rami, branche ,fusti). Le gallerie create dalle larve, intorno ai rami ed al fusto, impediscono la regolare circolazione della linfa verso le  regioni della chioma , portando, quindi, la pianta al  disseccamento e quindi alla morte.

Foto 2: larve di rodilegno giallo nei vari stadi di sviluppo

Metodi di difesa e contrasto al Rodilegno giallo

Secondo il disciplinare di produzione integrata adottato dalla Regione Calabria, anche per varie piante da frutto, la migliore strategia di difesa al Rodilegno giallo, deve prevedere una frequente ispezione visiva delle piante per intercettare tempestivamente i fori di penetrazione nel tronco o nei rami in generale. Il contrasto  naturale al Rodilegno giallo, quindi, è da fare prevalentemente sulle larve con la lotta meccanica, introducendo nella galleria, dalla cui imboccatura si possono intravedere i rosumi del legno e gli escrementi che la larva spinge verso l’esterno e che spesso si accumulano ai piedi   della pianta, un filo di ferro o di acciaio flessibile per uncinare la larva, altra modalità è l’immissione di insetticidi/larvicidi biologici allo stato di aerosol con la successiva chiusura del foro di uscita per evitare ristagni di acqua e attacchi fungini successivi, ed ancora interventi microbiologici a base di nematodi o funghi  entomopatogeni come la  Beauveria bassiana, le cui spore una volta penetrate nelle gallerie raggiungeranno le larve e ne provocheranno la morte, o in ultimo del batterio sporigeno Bacillus thuringensis. Tutti gli interventi descritti, ad eccezione del metodo del contrasto meccanico, hanno efficacia limitata e secondo il nostro parere non sono impiegabili in caso di infestazioni massicce. Tra i nemici naturali del Rodilegno merita di essere ricordata la predazione sulle larve mature, di molte specie di uccelli tra cui il Picchio, molto attratti dalla larva del Rodilegno, da qui l’esigenza agro-ecologica delle siepi arboree ed arbustive come riparo, riproduzione e conservazione dell’avifauna. In questi ultimi anni è sempre molto diffusa la pratica dell’impiego di trappole a feromoni sessuali per il monitoraggio e la cattura massiva di Zeuzera pyrina. Quest’anno, nell’arboreto sopra mensionato, sono state installate 10-17 trappole ad Ha, per la cattura dei maschi adulti del fitofago andando ad interferire sulle fecondazioni delle femmine, per il periodo che va da maggio ad agosto, con risparmi certi  sui costi di futuri interventi. Possibili azioni, anche se di dubbia efficacia, con insetticidi a base di Spinosad si potrebbero mettere in atto da giugno in poi, alla schiusura delle uova, in caso di attacco dell’insetto a livello dei germogli e dei giovani e rami. I mezzi di difesa più efficaci  ed incisivi rimangono gli  interventi meccanici localizzati con l’uccisione delle giovani larve, i controlli periodici sulle piante e con un’attenta attività di potatura nel periodo consentito attraverso l’eliminazione dei germogli infestati e dal taglio dei rami colpiti dal Lepidottero.

Piante di Frassino all’interno dell’arboreto

 

Maurizio Angotti

Arsac Ceda 14 Vibo Valentia

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Publicato da Arsac Ufficio Marketing Territoriale

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