pollino biodiversità

La biodiversità orticola del Pollino: qualità, economia verde e occupazione giovanile

di Luigi Gallo(*)

(*) Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) – Ce.D.A. n.2 Castrovillari (CS)

All’interno del Parco Nazionale del Pollino, nel territorio dei comuni di Mormanno, Laino Castello e Laino Borgo, in Provincia di Cosenza, si è sviluppata un’orticoltura tipica, di qualità e compatibile con la conservazione del patrimonio naturale. Questo tipo di orticoltura a basso impatto ambientale, che oggi vede impegnati prevalentemente giovani imprenditori e giovani braccianti agricoli, si è sviluppata grazie ai tanti progetti svolti dall’inizio degli anni 90 dal Ce.D.A.n. 2 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) di Castrovillari in collaborazione con diverse e prestigiose Istituzioni di ricerca (CREA-Centro Ricerca per l’Orticoltura di Pontecagnano (SA), Istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR di Bari, Università Mediterranea di Reggio Calabria, ENEA, UNICAL).

 

Un’area ricca di Natura, Archeologia e tanto altro

L’area interessata alla valorizzazione dell’orticoltura – di circa 2000 ettari – è servita da impianti irrigui realizzati tra gli anni 80 e 90 dal dall’ex Consorzio di Bonifica del Pollino (attualmente Consorzio di Bonifica Integrale dei bacini settentrionali del Cosentino) ed è attraversata dalla Strada Statale 19 e dall’Autostrada del Mediterraneo A2 (ex A3) con i tre svincoli di Laino Borgo, Mormanno-Scalea e Campotenese. Tra le peculiarità naturalistiche, architettoniche, archeologiche e paesaggistiche vanno segnalate:

  • Il fiume Lao che si forma in prossimità del centro abitato di Laino Borgo dall’unione dei fiumi Battendiero, che nasce in Calabria, e Mercure, che nasce in Basilicata. Il Lao negli ultimi anni, ha assunto grande importanza anche a fini sportivi per la pratica del rafting;
  • l’antica Città Greca di Laos distrutta da un forte terremoto nel II secolo A.C., di recente scoperta nel comune di Laino Borgo.
  • Il Centro Antico di Laino Castello ricco di peculiarità architettoniche, dove alcuni giovani imprenditori hanno investito su ristorazione tipica locale e albergo diffuso;
  • La Grotta del Romito, risalente al Paleolitico, nel Comune di Papasidero;
  • I centri urbani di Mormanno e di Laino Borgo, importanti per la ristorazione locale;
  • La presenza della Lontra (Lutra lotra) nel fiume Mercure e in alcuni suoi affluenti. La Lontra e una specie di interesse comunitario in base alla direttiva 92/43 “Habitat”.
  • I punti di accesso dei sentieri per percorsi naturalistici tra i più importanti del versante Calabrese del Parco Nazionale del Pollino che permettono di raggiungere i Monti Palanuda, Gada, Caramolo, Magara, Ciagola e Cerviero; la valle del fiume Argentino; le rive del fiume Battendiero; le rive del fiume Lao; i Piani di Ruggio, Masistro, Novacco, Minatore e Tavolara; il Cozzo del Pellegrino e dell’Orso.

Queste caratteristiche attraggono un gran numero di visitatori che trovano in loco i vari operatori specializzati (guide esclusive del Parco, operatori per il rafting, ristoratori, ecc.) e la cucina tipica che utilizza i prodotti locali, coniugando così diversi tipi di turismo (gastronomico, culturale, ambientale-naturalistico, di prossimità, sportivo, ecc.). Tutto questo, negli ultimi anni, ha determinato un aumento del numero di giovani occupati. Si è assistito, inoltre, ad un sostanziale ricambio generazionale in agricoltura favorito anche dalle misure (primo insediamento in agricoltura, ammodernamento, ecc.) degli ultimi programmi PSR.

Fiume Lao, meta di molti turisti per il rafting

Specie orticole e pratiche colturali

Le principali colture a ciclo primaverile-estivo, che nel corso degli anni si sono diffuse in quest’area del Pollino sono: Fagiolo borlotto ceroso nano; Fagiolo borlotto ceroso rampicante; Fagiolo bianco ceroso rampicante; Zucchino; Pomodoro; Fagiolo poverello bianco a marchio De.Co, Aglio bianco di Laino Borgo a marchio De.Co.. Per la coltivazione e la difesa dai parassiti delle varie specie, nelle aziende orticole dell’area in esame, si adottano sistemi a basso impatto ambientale che permettono di ridurre sia i costi che la quantità dei prodotti chimici immessi nell’ambiente, garantendo, così, la sicurezza e l’igiene dei prodotti destinati al consumo. La pratica della rotazione e la letamazione sono poste alla base della nutrizione delle specie coltivate. Per alcune colture, sono state verificate le dosi ottimali di letame e di fertilizzanti. Per la difesa dai parassiti, nel corso degli anni, si sono messi a punto dei programmi di lotta fitosanitaria – con un ridotto uso di prodotti chimici di sintesi – ai quali gli agricoltori, opportunamente formati e orientati dai tecnici del servizio di divulgazione del Ce.D.A. n. 2 dell’ARSAC, devono attenersi.

(Coltura di zucchine; fagiolo borlotto ceroso rampicante e zucchine pronte per il mercato)

Gli aspetti economici e il ruolo dei giovani

Dai dati ottenuti da una nostra indagine e riportati nella seguente tabella, si evince che le potenzialità remunerative delle principali colture praticate nell’area del Parco Nazionale del Pollino sono alquanto interessanti ed allettanti anche per i giovani.

Coltura Resa media

(t/ha)

Prezzo medio al produttore

(€/kg)

PLV/ha

(€/ha)

Costi espliciti per input in % del valore PLV

     (% )                            (€/ha)

Reddito lordo per unità di superficie

(€/ha)

Fagiolo borlotto ceroso nano  (baccelli) 7,00 1,00 7.000,00       30                              2.100,00 4.900,00
Fagiolo borlotto ceroso rampicante (baccelli) 8,00 1,20 9.600,00       35                              3.360,00 6.240,00
Fagiolo bianco ceroso rampicante (baccelli) 9,00 1,30 11.700,00       35                              4.095,00 8.000,00
zucchino 20,00 0,40 8.000,00       30                              2.400,00 5.600,00
pomodoro 40,00 0,50 20.000,00       45                              9.000,00 11.600,00
Aglio di Laino Borgo (bulbi a fine ciclo) 3,00 4,00 12.000,00       30                              3.900,00 8.100.00
Fagiolo poverello bianco (granella secca) 1,30 10,00 13.000,00       40                              5.200,00 8.000,00

  Tabella – Risultati economici delle principali colture orticole nell’area del Parco Nazionale del Pollino.

 Come è noto, in queste aree, il produttore agricolo, oltre a svolgere la funzione di imprenditore, riveste anche il ruolo di proprietario fondiario che copre con il suo lavoro i fabbisogni dell’azienda. Pertanto, i costi espliciti sostenuti per un ciclo produttivo delle colture sono contenuti e variano, a seconda della specie, dal 30% al 45% del valore della produzione mentre il reddito lordo tende a coincidere con il reddito netto cioè a quanto l’operatore agricolo porta a casa dopo la vendita del prodotto, al netto delle spese per gli input esterni. Le tecniche di coltivazioni di queste specie orticole sono estremamente semplici, inoltre, permettono una organizzazione aziendale del lavoro concentrato in un periodo che non supera 5 mesi all’anno (da maggio a settembre). Per questo, la produzione orticola si rivela più allettante, per i giovani, anche per quanti non abbiano esperienza nel settore agricolo. Con questa consapevolezza, più recentemente abbiamo svolto dei seminari frequentati da giovani imprenditori e riguardanti gli ecotipi locali l’orticoltura tipica e di qualità del Pollino. Altro vantaggio economico di queste produzioni è che non richiedono grandi investimenti e non presentano, quindi, un rischio d’impresa elevato. I mercati di sbocco dei prodotti orticoli del Pollino sono principalmente locali con particolare riferimento alle zone balneari della Regione Calabria, frequentate d’estate da un gran numero di turisti. Ciò non toglie che parte del prodotto trovi collocazione in altri mercati calabresi e, anche se in misura minore, nelle Regioni vicine (Sicilia, Campania, Puglia).

Coltura di brassicacee (cavoli, rape e altre specie) – Coltura di zucchine – Coltura di pomodoro

Conclusioni

L’accettazione sul mercato degli ortaggi ottenuti nel Parco Nazionale del Pollino è legata alla crescente domanda di “ambiente e natura incontaminata” da parte dei consumatori e che è pienamente soddisfatta dalle produzioni ottenute in tale area protetta e dai rigorosi protocolli colturali messi a punto dai Tecnici dell’ARSAC e rispettati dai produttori. Infine, la considerazione che tali produzioni non hanno, finora, conosciuto crisi di mercato permette di prevedere una ulteriore espansione delle produzioni sia in quantità che in numero di specie, inserendo nelle rotazioni colture adatte all’ambiente come la Lenticchia di Mormanno, già ampiamente sperimentata dall’ARSAC, l’Aglio di Laino Borgo, le brassicacee (rapa, cappuccio, verza, cavolfiore, cavolo broccolo, ecc.,), le composite (cicorie, lattughe, radicchi, ecc.) e tante altre specie ed ecotipi locali che possano completare l’offerta e soddisfare una domanda che si fa sempre più variegata.

 

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Publicato da Arsac Ufficio Marketing Territoriale

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