castagno trattato

Controllo Biologico del Marciume bruno/gessoso da Gnomoniopsis castaneae su piante di castagno da frutto. Secondo contributo

 Antonio Scalise, Tommaso Scalzi

Azienda Regionale per lo Sviluppo Agricolo della Calabria (ARSAC)

 

Sperimentazione di lotta biologica condotta nel biennio 2023-2024 mediante trattamenti endoterapici con Trichoderma spp. finalizzati al controllo del marciume bruno/gessoso da Gnomoniopsis castaneae su piante di castagno da frutto nell’Azienda Agricola “Vecchiarello”, Sersale (CZ)

Introduzione

La castanicoltura italiana, in particolare quella delle aree interne montane e pedemontane, è andata incontro negli ultimi 70 anni a varie e complesse vicissitudini. Mutamenti sociali profondi hanno causato lo spopolamento della montagna ed il declino dell’antica economia agraria. Al contempo, avversità parassitarie vecchie e nuove hanno minato profondamente le molteplici funzioni che le selve castanili avevano storicamente svolto nei secoli. Tra le criticità di natura fitosanitaria che ancora oggi stanno seriamente compromettendo la qualità del prodotto e la sostenibilità economica delle aziende castanicole, vi è il marciume bruno o gessoso delle castagne, causato dal fungo Gnomoniopsis castaneae. Verso questo temibile patogeno, caratterizzato da una spiccata attitudine endofitica, a partire dal 2023 è stata avviata presso l’Azienda Agricola “Vecchiarello”, nel Comune di Sersale (CZ), una sperimentazione volta ad esplorare ceppi competenti di Trichoderma spp. come potenziale strategia di controllo biologico, nell’ottica di una gestione ambientalmente sostenibile del castagneto. La strategia proposta, fortemente innovativa, si basa sulla somministrazione mediante trattamenti endoterapici di ceppi autoctoni del conclamato fungo antagonista Trichoderma spp., con l’obiettivo di prevenire o limitare le infezioni da G. castaneae.

Castagna con sintomo tipico del marciume bruno o gessoso, ed aspetto mummificato.

Nel primo anno, sono stati effettuati prelievi di suolo da 19 piante presenti nel castagneto, con l’intento di isolare ceppi autoctoni di Trichoderma. Tale passaggio si è reso necessario perché un obiettivo primario della sperimentazione è stato quello di mirare a conseguire il controllo dell’agente patogeno evitando di introdurre microorganismi estranei all’ecosistema castanicolo. Ma detta strategia risponde anche a fattori prettamente bio-ecologici, essendo noto che ceppi reperiti in loco manifestano sempre una maggiore adattabilità all’ambiente locale, il che si traduce in una maggiore efficacia ed una più prolungata shelf -life.

I ceppi di Trichoderma isolati sono stati sottoposti ad una serie di test in vitro per valutarne rapidità di crescita e competitività, da cui discende la capacità antagonistica verso G. castaneae. I parametri rapidità di crescita e competitività sono tra loro strettamente interconnessi, in quanto entrambi contribuiscono alla competitive exclusion, meccanismo chiave nell’ambito della lotta biologica per conseguire la “restrizione” di un patogeno. È in effetti ben noto che in natura i microorganismi competono tra loro per lo spazio e per i nutrienti: la capacità di colonizzare prontamente un substrato (nel caso di specie i tessuti interni dei castagni trattati) consente agli agenti di biocontrollo (BCA) di stabilirsi ed escludere gli agenti patogeni.  I due ceppi di Trichoderma che hanno evidenziato le migliori performance (maggiori capacità inibitorie in vitro verso agenti patogeni) sono stati selezionati per la preparazione dell’inoculo, che è stato somministrato in soluzione, mediante endoterapia, nel mese di giugno. L’efficacia del trattamento è stata valutata in maniera oggettiva l’autunno successivo, andando ad analizzare l’incidenza del marciume bruno o gesso su campioni di castagne raccolti da piante trattate e di controllo. Le analisi hanno rivelato una percentuale di frutti sani pari all’83% nel gruppo trattato, rispetto al 62% osservato nel gruppo di controllo. Questi risultati, ottenuti in un’annata caratterizzata da condizioni climatiche favorevoli, hanno dimostrato l’efficacia del trattamento, sebbene si trattasse di una fase ancora preliminare.

Esecuzione dei trattamenti endoterapici con lo strumento brevettato BITE (Blade for Infusion in TrEes).

Nel secondo anno della sperimentazione (2024), il trattamento è stato ripetuto con i medesimi isolati di Trichoderma selezionati e caratterizzati l’anno precedente. L’intervento endoterapico è stato eseguito nel mese di luglio. Il clima in quest’anno si è rivelato particolarmente avverso, con una prolungata siccità estiva, cui si sono alternate piogge intense e concentrate. Tale andamento ha creato stress fisiologico alle piante, indebolendole e favorendo lo sviluppo dei microrganismi patogeni. Nonostante queste condizioni sfavorevoli, il trattamento con Trichoderma ha dimostrato proficuità: l’incidenza del marciume bruno è stata del 39% nei campioni trattati, rispetto al 52% del gruppo di controllo, mentre la percentuale di tessuti sani si è attestata al 61% nei campioni trattati contro il 48% nei non trattati. Il test statistico del chi-quadro ha confermato la significatività delle differenze osservate, rafforzando l’evidenza di un’efficacia del trattamento anche in contesti ambientali critici. Il confronto tra i due anni evidenzia come l’approccio endoterapico con Trichoderma sia stato efficace in entrambi i casi, pur mostrando un’efficacia maggiore nel 2023, quando le condizioni climatiche più favorevoli hanno procurato alle piante maggiore salute e vigorìa. Nel 2024, dunque, il trattamento biologico ha comunque confermato la sua azione protettiva, seppure questa sia stata in parte attenuata dallo stress ambientale. Il confronto fra le due annate evidenzia come il successo del trattamento sia influenzato da molteplici fattori, sia ambientali (temperatura, umidità, composizione del suolo, regolarità delle precipitazioni), sia bio-ecologici (interazioni pianta-patogeno-antagonista, stato fisiologico dell’albero, presenza di altri microrganismi competitori).

Effetto cumulativo e importanza della ripetizione dei trattamenti

Una risultanza fondamentale della sperimentazione in corso è che i trattamenti endoterapici con Trichoderma spp. non solo sembrerebbero produrre un effetto immediato, ma svolgerebbero anche un’azione progressiva e cumulativa nel tempo, soprattutto se il trattamento è reiterato negli anni. È infatti emerso con chiarezza l’effetto cumulativo (o additivo) del trattamento a base di Trichoderma: una volta inoculato, il BCA è in grado di insediarsi e colonizzare in maniera stabile l’ambiente interno (tessuti) della pianta, generando una protezione che tende a protrarsi oltre il singolo ciclo vegetativo. Questo effetto additivo rappresenta un’importante risorsa strategica per la protezione fitosanitaria dei castagneti nel lungo termine. Tuttavia, affinché la colonizzazione del microrganismo si consolidi e mantenga la sua efficacia, è necessario ripetere i trattamenti annualmente, garantendo così continuità e stabilità della sua popolazione nel micobioma della pianta.

A sinistra, campo trattato con Trichoderma, caratterizzato da numerose gemme; a destra, il testimone non trattato, visibilmente più spoglio.

Considerazioni finali

La sperimentazione condotta nel biennio 2023-2024 ha confermato che l’impiego di Trichoderma spp. per via endoterapica costituisce una valida e sostenibile strategia per contenere il marciume bruno o gessoso delle castagne. Questa metodologia rappresenta un’alternativa efficace ai trattamenti chimici convenzionali, permettendo interventi mirati, selettivi ed a basso impatto ambientale. L’endoterapia presenta, infatti, molteplici vantaggi: riduce pressoché a zero la dispersione del BCA nell’ambiente e consente una significativa riduzione delle dosi impiegate, rendendo il trattamento più sostenibile rispetto ai metodi tradizionali come la distribuzione per aspersione. L’efficacia riscontrata, sia in condizioni climatiche favorevoli che in annate caratterizzate da forte stress ambientale, evidenzia un potenziale di applicazione significativo, che potrà essere ulteriormente migliorato attraverso la selezione di ceppi ad elevata performance, l’ottimizzazione delle dosi e la definizione puntuale dei periodi di trattamento. I risultati ottenuti suggeriscono che il metodo di controllo biologico adottato può rappresentare un’importante opportunità per i castanicoltori, in quanto contribuisce a ridurre l’incidenza del marciume nei frutti freschi e trasformati, con una conseguente diminuzione delle perdite. Sebbene le conoscenze sulla durata della protezione conferita dai trattamenti con Trichoderma siano ancora limitate, l’osservazione di una riduzione dell’incidenza del marciume anche nel secondo anno di sperimentazione indica un possibile effetto additivo tra i trattamenti annuali. I meccanismi d’azione delle specie di Trichoderma, oltre alla già menzionata competizione per lo spazio ed i nutrienti, sono ampiamente documentati in letteratura e prevedono il parassitismo diretto, la produzione di enzimi litici, l’antibiosi. È plausibile che i ceppi somministrati abbiano attivato uno o più di questi meccanismi, oltre a sintetizzare composti bioattivi capaci di indurre risposte difensive molecolari nella pianta, tramite l’attivazione delle vie ISR (Resistenza Sistemica Indotta) e/o SAR (Resistenza Sistemica Acquisita). Tali meccanismi di protezione potrebbero aver contribuito a limitare l’azione di G. castaneae, conferendo ai castagni una difesa durevole. Inoltre, la capacità del fungo di mantenere un’azione protettiva nel tempo apre interessanti prospettive per una gestione fitosanitaria a medio-lungo termine dei castagneti.

In definitiva, i trattamenti endoterapici ai castagni con il bio-pesticida Trichoderma spp. costituiscono una soluzione agronomica avanzata ed innovativa, rispettosa dell’ambiente e della salute di castanicoltori e consumatori. Questo approccio eco-friendly è perfettamente in linea con i principi del Green Deal europeo, mirando a potenziare le difese naturali delle piante ed a contenere con metodi biologici la diffusione degli agenti patogeni. Visti i promettenti risultati ottenuti nelle annate 2023/24, in virtù dell’Accordo in essere tra il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari e Forestali (DAGRI) dell’Università degli Studi di Firenze  e l’ARSAC – Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese, le prove sperimentali con Trichoderma spp. saranno ripetute per il terzo anno, nel 2025. La continuità dei trattamenti, unitamente ad un monitoraggio costante delle condizioni agronomiche e microbiologiche, costituiranno elementi chiave per validare e consolidare i risultati ottenuti, nonché per favorire l’adozione stabile di questa tecnica nella gestione ordinaria dei castagneti.  L’Azienda Agricola “Vecchiarello”, fiore all’occhiello dell’ARSAC, con la sperimentazione avviata con l’Università di Firenze, conferma il suo ruolo pionieristico nell’ambito delle attività di sperimentazione dell’Ente.

Antonio Scalise,  Tommaso Scalzi

Centro Sperimentale Dimostrativo ARSAC di Cropani Marina

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Publicato da Arsac Ufficio Marketing Territoriale

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