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22 maggio giornata mondiale della “BIODIVERSITA’” che per la Calabria rappresenta una grande risorsa di sviluppo

La biodiversità dei legumi di Calabria grande risorsa e opportunità di sviluppo 

di Luigi Gallo(*)

(*) Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC )- (Ce.D.A.) n. 2 – Castrovillari (CS)

L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha proclamato il 22 maggio la giornata mondiale della biodiversità allo scopo di sensibilizzare sul grave fenomeno di perdita di biodiversità del nostro pianeta. 

Il primo rapporto della FAO (Food and Agricolture Organization) del febbraio 2019 sullo stato della biodiversità dei sistemi alimentari denuncia la riduzione della diversità delle specie coltivate, un numero elevato di razze di animali a rischio d’estinzione e l’aumento della percentuale di risorse ittiche sovra-sfruttate. Delle circa 6.000 specie di piante coltivate per il cibo, meno di 200 contribuiscono in modo sostanziale alla produzione alimentare globale delle quali solo nove rappresentano il 66% della produzione totale. Per queste ragioni è necessario recuperare la biodiversità dei sistemi alimentari in ogni angolo della terra. A tale scopo, il nostro Paese si è dotato della legge n. 194 del 1° dicembre 2015 “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare” mentre in Calabria è in vigore la Legge regionale n. 14 del 25 maggio 2018 “Tutela, conservazione, valorizzazione della diversità del patrimonio di varietà, razze e ceppi microbici di interesse agrario e alimentare del territorio calabrese”.  In questo quadro normativo l’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) è impegnata nel censimento della biodiversità in una regione come la Calabria ricca di biodiversità naturale e agricola, con tre Parchi Nazionali: Pollino, Sila e Aspromonte e altre aree regionali protette.

La biodiversità dei legumi di Calabria

Tra il grande numero di specie, varietà ed ecotipi vegetali – in molti casi recuperati e rilanciati- spiccano i Legumi (fagioli, ceci, lenticchie, ecc.) che, grazie all’elevato contenuto proteico (dal 20 al 38% di sostanza secca), da sempre sono alla base dell’alimentazione umana, tanto che l’ONU ha dichiarato il 2016, l’Anno Internazionale dei Legumi allo scopo di rilanciarne la coltivazione e il consumo a livello planetario. Le specie di legumi, come è noto, appartengono alla famiglia botanica delle Leguminose e hanno un grande valore ambientale in quanto le radici, come abbiamo spesso riferito, sviluppano dei tubercoli come conseguenza del rapporto di simbiosi con i batteri del genere Rhizobium, che sono in grado di fissare l’azoto gassoso atmosferico trasformandolo in forme nitriche e ammoniacali facilmente assimilabili dalle piante e forniscono una discreta dotazione di azoto nel terreno a disposizione delle colture che seguono nella rotazione. In altre parole, forniscono una concimazione azotata naturale, gratuita, a impatto ambientale nullo ed alternativa alla concimazione azotata con prodotti chimici di sintesi. Inoltre, il tipo di radice a fittone ha un effetto conservativo dei suoli agricoli in quanto, penetrando in profondità, mantiene una buona struttura del terreno preservandolo anche dall’erosione e da altri fenomeni di degrado in generale. Per queste ragioni, la coltura delle Leguminose avviene in condizioni di una “ecologia integrale” in quanto, a fine ciclo lasciano le condizioni pedologiche e ambientali migliori di come le hanno trovate.

Granella di: Cece nostrano – Lenticchia di Mormanno ( 5 biotipi) – fagiolo Poverello Bianco – fagiolo tipo Borlotto

L’ARSAC, negli ultimi anni, tra i tanti progetti svolti in collaborazione con diverse e prestigiose Istituzioni di ricerca (Istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR di Bari, CREA-Centro Ricerca per l’Orticoltura di Pontecagnano (SA), Università Mediterranea di Reggio Calabria, ENEA, ecc..), sul territorio regionale ha censito oltre 100 ecotipi locali di fagioli ai quali si aggiungono altri ecotipi di cece e di lenticchia, che risultano perfettamente inseriti nelle condizioni pedo-ambientali delle rispettive aree di origine. Tutti gli ecotipi sono stati studiati e caratterizzati, non solo per gli aspetti morfologici, genetici e qualitative, ma anche per le loro potenzialità agronomiche e commerciali. Infatti, alcuni di questi ecotipi, come il Fagiolo Poverello Bianco a Denominazione Comunale (De.Co) dell’area del Pollino, i Fagioli Merulla a Denominazione Comunale (De.Co) dell’Altopiano Silano, il Fagiolo Monachella dell’alto Lametino, il Fagiolo di Cortale dell’area Catanzarese (comuni di Maida, Cortale, Girifalco, ecc.), la Sujaca di Caria di Drapia del Vibonese (Altopiano del Poro), la Lenticchia di Mormanno, il Cece Nostrano, il Fagiolo seccagno, ecc., da tempo studiati, valorizzati e rilanciati dall’ARSAC, sono già conosciuti ed apprezzati dai consumatori e hanno un interessante mercato di nicchia. In ogni caso, gli ecotipi di fagioli, ceci e lenticchie censiti, per le loro caratteristiche di biodiversità e di qualità, rappresentano un grande patrimonio per la Calabria. La qualità di questi legumi è eccezionale, in generale si caratterizzano, per bassa percentuale di tegumento e un ridotto tempo di cottura. Hanno un elevato contenuto proteico, alti valori di proteine solforate e tante altre qualità organolettiche.

legumi arsac
Alcuni ecotipi di legumi studiati e rilanciati dall’Arsac

Gli aspetti economici e la formazione dei giovani agricoltori

I legumi calabresi, in generale, hanno un ciclo colturale primaverile-estivo; si seminano in primavera e si raccolgono entro la fine dell’estate anche se in alcuni casi la raccolta si posticipa fino all’autunno. Le operazioni colturali, dalla semina alla raccolta, si effettuano in gran parte manualmente lasciando a semplici macchine operatrici le operazioni di preparazione del terreno e di semina ma, nel caso dei ceci, sono completamente meccanizzabili.

Le tecniche di coltivazione e di gestione del prodotto sono semplici e facilmente acquisibili dai giovani anche con brevi corsi di formazione come è stato già sperimentato. Inoltre, permettono una organizzazione aziendale del lavoro concentrato in un periodo che comunemente si aggira intorno ai cinque mesi all’anno risultando così allettante per i giovani che possono dedicarsi allo studio e/o integrare il reddito con altre attività. Altro vantaggio economico di queste produzioni è che non richiedono grandi investimenti e presentano un rischio d’impresa molto ridotto. I programmi di valorizzazione realizzati dall’ARSAC per questi ecotipi e per altri prodotti tipici hanno determinato l’aumento del numero dei consumatori sia tra i residenti nel territorio regionale che tra i non residenti anche stranieri. All’aumento della domanda di questi prodotti ha corrisposto un prezzo remunerativo che ha stimolato la produzione.

Infatti, da una breve indagine svolta e da un’analisi dei dati raccolti per alcuni dei principali ecotipi di legumi coltivati in Calabria, è stato determinato:

la resa media (q/ha);

il prezzo medio di vendita al produttore (euro/kg);

il valore medio della produzione lorda vendibile (plv) per unità di superficie (euro/ha).

i costi espliciti per input, in % del valore della plv/ha;

il reddito lordo per unità di superficie (€/ha) come differenza tra plv/ha e costi espliciti per l’acquisto di input/ha. 

Coltura di Lenticchia – Coltura di Fagiolo Poverello Bianco a file con rete e tradizionale – Raccolta meccanica del cece

Poiché in questo caso il produttore agricolo, come è noto, oltre a svolgere la funzione imprenditoriale riveste anche il ruolo di proprietario fondiario e copre con il suo lavoro i fabbisogni dell’azienda, i costi espliciti sostenuti per un ciclo produttivo di queste colture sono molto contenuti e variano a seconda dell’ecotipo dal 20% al 45% del valore della produzione e il reddito lordo tende a coincidere con il reddito netto cioè a quanto l’operatore agricolo porta a casa dopo la vendita del prodotto, al netto delle spese per gli input esterni. In altri termini, rappresenta ciò che gli permette di vivere degnamente nei luoghi di residenza, occupandosi di queste produzioni.

I dati ottenuti sono riportati nella tabella 1.

Ecotipo di legume Resa media

(q/ha)

Prezzo medio al produttore

(euro/kg)

plv/ha

(euro/ha)

Costi espliciti medi per input in % del valore di plv Reddito lordo per unità di superficie

(euro/ha)

(% ) (euro/ha)
Fagiolo borlotto ceroso nano irriguo

(baccelli a maturazione cerosa)

70,00 1,00 7.000,00 30 2.100,00 4.900,00
Fagiolo borlotto ceroso rampicante irriguo

(baccelli a maturazione cerosa)

80,00 1,20 9.600,00 35 3.360,00 6.240,00
Fagiolo merulla irriguo

(granella secca)

15,00 10,00 15.000,00 40 6000 9.000,00
Cece Nostrano (granella secca) 08,00 4,00 3.200,00 10 320,00 2.880,00
Fagiolo seccagno bianco      (granella secca) 07,00 5,00 3500,00 20 700,00 2.800,00
Lenticchia di Mormanno (granella secca) 05,00 14,00 7.000,00 25 1.750,00 5.250,00
Fagiolo poverello bianco irriguo       (granella secca) 13,00 10,00 13.000,00 40 5.200,00 8.000,00

Tabella 1 – Risultati economici di alcuni dei principali ecotipi locali di legumi coltivati in Calabria.

Partendo dalla redditività evidenziata in tabella 1 e con lo scopo di promuovere consapevoli iniziative imprenditoriali degli agricoltori, oltre a fornire assistenza tecnica alle singole aziende, nel corso degli anni ed anche più recentemente, abbiamo dato particolare importanza ad azioni formative specifiche, dirette a giovani agricoltori, svolgendo corsi e seminari riguardanti le tecniche di coltivazione degli ecotipi locali di legumi, la commercializzazione, i possibili risultati economici, ecc.. Questa programmata azione di formazione ha stimolato anche la nascita di alcune società cooperative formate da giovani agricoltori con alto livello culturale (alcuni laureati) che producono ecotipi locali di legumi, oltre ad altre specie orticole. Inoltre, altri giovani produttori singoli, nel territorio regionale, hanno avviato la propria azienda per la produzione di legumi e altre orticole, utilizzando anche risorse del PSR 2014-2020, per l’insediamento e il miglioramento aziendale. Le risorse sono previste anche nel nuovo PSR 2023-2027.

 

Conclusioni

Alla luce delle caratteristiche descritte e della redditività, possiamo affermare che questi eccellenti ecotipi di legumi, oltre a contribuire all’ulteriore affermazione di un’agricoltura a basso impatto ambientale e alla salvaguardia della biodiversità, rappresentano un’altra opportunità di reddito anche per le giovani generazioni. La coltivazione del Cece nostrano e di alcuni ecotipi di fagioli seccagni, in terreni agricoli non irrigui, fra l’altro, rappresenta anche un modo per contrastare il già grave fenomeno dell’abbandono del territorio con tutti i riflessi negativi (incendi, erosione, degrado, ecc.). La coltivazione dei legumi di Calabria è perfettamente inserita in aree ricche di peculiarità naturalistiche, paesaggistiche e archeologiche, dove il turismo gastronomico e di prossimità è facilmente coniugabile con altre forme di turismo come quello naturalistico, sportivo e culturale. Ciò facilita, sicuramente, la creazione di altre opportunità di lavoro extragricolo che scaturiscono anche dall’utilizzo di questi legumi, insieme ad altri prodotti tipici, nella ristorazione locale. Attualmente, i produttori calabresi degli ecotipi locali di legumi, non svolgono solamente il ruolo di agricoltori custodi della biodiversità ai sensi della L. 194/15 ma, praticano le coltivazioni con tecniche a basso impatto ambientale senza uso di prodotti chimici di sintesi, ottenendo un prodotto di alto pregio che ha già un mercato in forte espansione.

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Publicato da Arsac Ufficio Marketing Territoriale

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