La frazione organica dei rifiuti, una volta “stabilizzata” (cioè dopo un processo di maturazione), rappresenta un valido ammendante il cui uso è consentito anche in agricoltura biologica.

È noto il ruolo della sostanza organica nel terreno come “serbatoio” di carbonio altrimenti disperso in atmosfera come anidride carbonica; inoltre la sua presenza aumenta considerevolmente la capacità del suolo di trattenere l’acqua.

Il reintegro della sostanza organica attraverso il compost è il modo più veloce per ripristinare un ambiente favorevole alle piante coltivate. Il compost ottenuto con i rifiuti organici è un buon ammendante ma la produzione pur non rappresentando difficoltà di alcun genere, presenta tempi piuttosto lunghi (5-6 mesi nel caso si proceda per sovrapposizione di FORSU, qualche mese in meno se viene operato un rimescolamento della massa) ma soprattutto costi di smaltimento considerevoli. La trasformazione è molto più veloce ed economica se a lavorare per il sistema è il lombrico.

I vantaggi della produzione di vermicompost ad opera dei lombrichi non solo è legato ai tempi ridotti con il quale esso si ottiene rispetto al semplice compost ma al valore chimico e fisico che è notevolmente superiore. I lombrichi nutrendosi di sostanza organica trattengono i principi nutritivi e rilasciano sostanze ricche di mucillagini, le sostanze colloidali, che collegano le particelle del terreno migliorandone le capacità agronomiche.

L’attività nasce da circa 5 anni grazie all’azione di due funzionari dell’ARSAC di promozione, tra le alternative di smaltimento della frazione organica dei RSU, il suo utilizzo per la produzione di vermicompost. Si è iniziato con la costituzione di una lettiera di 5 mq presso un azienda del comprensorio di Reggio Calabria per sperimentare la produzione di vermicompost partendo da rifiuto urbano non selezionato (risultato della raccolta porta a porta) analizzando le caratteristiche del vermicompost.

Nell’ambito di una collaborazione che dura dal 2015, formalizzata da una Convenzione tra ARSAC e Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria nel 2017, si è voluto effettuare una piccola prova sperimentale per confrontare la trasformazione di sostanza organica con l’ausilio del lombrico e senza. La prova è stata eseguita utilizzando due vasi circolari collocati in un’area coperta. Entrambi i vasi erano muniti di sottovaso per la raccolta del percolato. In ogni vaso sono stati introdotti in una unica soluzione 15,5 Kg di sostanza organica, composta da 15 Kg di umido, raccolto in un’area mercatale e 0,5 Kg di foglie secche, opportunamente mescolati. In uno dei due vasi sono stati aggiunti i lombrichi.

Settimanalmente sui due vasi venivano effettuati i seguenti controlli:

Successivamente, quanto la produzione di percolato si è ridotta a zero, sono stati prelevati dai vasi campioni della sostanza in via di trasformazione (compost e vermicompost), quindi con cadenza quindicinale sono stati prelevati ulteriori campioni, la prova è durata circa tre mesi. Tutti i campioni raccolti sono stati consegnati al laboratorio dell’Università che ha provveduto ad analizzarli.

Di seguito una sintesi dei risultati ottenuti dalle prove effettuate sul vermicompost rispetto al compost:

Per quanto riguarda i test di fitotossicità, il vermicompost ha dato risultati di gran lunga migliori rispetto al compost: il 100% di germinabilità con semi di lattuga e 60% con semi di crescione. Anche per l’accrescimento radicale il vermicompost è risultato più efficace del compost.

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