Cinipide galligeno del castagno in Calabria

In Calabria la prima segnalazione della presenza del Cinipide galligeno del Castagno (Dryocosmus kuriphylus) risale al 2009, in provincia di Reggio Calabria, da allora ha assunto carattere di endemicità. 

Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu (Hymenoptera: Cynipidae) è considerato l’insetto più nocivo per il castagno a livello mondiale.    

I sintomi tipici della presenza di questo insetto, che attacca esclusivamente il castagno, sono rappresentati dalle galle, ingrossamenti di forma più o meno tondeggiante, che si formano nell’arco di 2-3 settimane sui germogli in primavera, in seguito ad una reazione delle piante alla presenza delle larve nelle gemme.

Nel caso di forti infestazioni la formazione delle galle determina un arresto dello sviluppo dei germogli riducendo la crescita delle piante e la produzione di castagne.

La formazione delle galle può interessare germogli, foglie e amenti maschili determinando un contenimento dello sviluppo vegetativo e una forte riduzione della fruttificazione. Mentre le galle risultano facilmente visibili, più subdola è la presenza delle uova e delle larve del primo stadio all’interno delle gemme, che non manifestano sintomi evidenti per tutto il periodo intercorrente tra la deposizione delle uova in estate fino alla ripresa vegetativa nella primavera dell’anno seguente

Nel 2012 la Regione Calabria ha avviato le attività di controllo biologico del cinipide galligeno del castagno utilizzando uno specifico parassitoide, l’imenottero calcidoideo Torymus sinensis Kamijo, affidando all’ARSAC la responsabilità tecnica dei progetti MIPAAF (Lobiocin prima e Bioinfocast successivamente) ed il coordinamento tecnico dei rilasci regionali e privati dell’insetto utile effettuati su tutto il territorio regionale negli anni.

 

Il parassitoide Torymus sinensis è un insetto di circa 2,5 mm di lunghezza, ha il corpo di colore verde metallico. La femmina si distingue chiaramente dal maschio per la presenza dell’ovopositore.  Ha una sola generazione annuale, le femmine sfarfallano a partire da metà aprile, come adulti vivono un mese o poco più, si accoppiano, depongono le uova (circa 70 per femmina) nelle galle causate dal cinipide.

Le uova sono deposte sul corpo del cinipide o comunque all’interno della cella larvale, in questo modo la larva ectoparassita del T. sinensis si nutre della larva del Cinipide. Il parassitoide si impupa durante l’inverno all’interno della cella larvale (nella galla ormai diventata secca) per diventare adulto in primavera e sfarfallare ricominciando il suo ciclo biologico.

L’ARSAC ha seguito direttamente l’attuazione dei progetti ministeriali e ha coordinato tutte le attività di controllo biologico condotte in Calabria in stretta collaborazione con il Servizio Fitosanitario. Nel corso di questi anni ha costantemente assicurato assistenza tecnica e supporto informativo/divulgativo ad enti locali, associazioni di produttori e singoli castanicoltori, ha sistematicamente monitorato la situazione dei castagneti delle diverse province calabresi al fine di verificare l’avvenuto insediamento dell’insetto antagonista Torymus sinensis. Nei giorni scorsi il prof. Alberto Alma del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università degli Studi di Torino, scienziato che è considerato in Italia ed in Europa il padre della lotta biologica al cinipide, è venuto in Calabria per verificare la situazione dei nostri castagneti.

Dopo aver incontrato  nella cittadella regionale a Germaneto il dirigente del Servizio Fitosanitario, dott. Cosimo Carmelo Caridi  ed dott. Antonio Leuzzi, dirigente del settore Ricerca Applicata e Sperimentazione dell’ ARSAC  ha effettuato sopralluoghi in diversi castagneti della nostra regione accompagnato dalla dott.ssa Vincenzina Scalzo, divulgatrice agricola dell’ARSAC.

Sono state visitate le realtà castanicole della Presila Catanzarese (Sersale, Cerva, Petronà) e dell’Alto Marchesato di Crotone (Mesoraca), dell’area dell’Esaro (San Donato di Ninea, Fagnano Castello), delle Serre Cosentine (Mendicino, Cerisano), del Savuto (Rogliano, Santo Stefano di Rogliano, Bianchi), e del Reventino (Decollatura, Soveria Mannelli, Serrastretta, San Pietro Apostolo).  Nel corso delle intense giornate passate nei castagneti numerosi sono stati i contatti con produttori di castagne, imprenditori, trasformatori, amministratori locali, tecnici, associazioni e  cooperative presenti nelle diverse realtà che promuovono questo nostro pregiato prodotto ed il territorio con le sue peculiarità.

Il controllo delle galle presenti – ancora numerose sulle piante di castagno – ha  evidenziato  che l’insetto dannoso è in progressiva regressione grazie al buon livello di parassitizzazione operato dal Torymus sinensis.

In tutti i siti indagati si è potuto riscontrare che, in questo momento, il parassitoide è presente allo stadio di larva all’interno delle galle, a dimostrazione del  fatto che – a  distanza di 8 anni dalla sua introduzione – il Torymus sinensis sta confermando anche in Calabria la sua elevata efficacia e specificità nel controllo di Dryocosmus. Kuriphilus

Quindi non risulta più necessario ricorrere a nuovi lanci dell’insetto utile in quanto, considerati i livelli di parassitizzazione raggiunti, significherebbe introdurre poche centinaia di esemplari di Torymus sinensis in zone dove ce ne sono già decine o centinaia di migliaia. Quindi ogni eventuale spesa per azioni di questo genere risulterebbe del tutto ingiustificata.  E’ opportuno, però, che le galle – con cui è necessario convivere – non vengano asportate, in quanto rappresentano un elemento per il mantenimento del parassitoide nel castagneto.  

E’ bene ribadire che questa forma di controllo biologico non può portare all’eliminazione completa del cinipide, ciò è impossibile in un rapporto tra preda e predatore obbligato (che si nutre esclusivamente di questo tipo di preda), e, pertanto,  nei prossimi anni sarà possibile osservare oscillazioni nelle popolazioni del fitofago e del suo parassitoide da inquadrare nella normale ottica di equilibrio biologico caratterizzato da dinamiche complesse che giustificano tali fluttuazioni.

 Va, comunque, sottolineato che, dopo   anni di ripetute infestazioni, i castagni sono in uno stato di stress che li rende più suscettibili alle aggressioni di altri patogeni e insetti.

È auspicabile che la ripresa produttiva porti a invertire la tendenza verso il progressivo e desolante abbandono dei castagneti già iniziata da alcuni decenni anche a seguito del   graduale spopolamento dalle aree montane, aggravata dalla diffusione di fitopatie fungine   ed  ulteriormente acuitasi negli ultimi anni con la diffusione del cinipide galligeno.

 Pertanto risulta indispensabile seguire una adeguata gestione colturale per consentire il recupero vegetativo e produttivo dei castagneti degradati attraverso: potature per l’eliminazione dei rami secchi o affetti da cancri virulenti e per la ricostituzione delle chiome, apporti di sostanze nutritive (concimazioni organiche), etc.  

Dott.ssa Vincenzina Scalzo

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