Scopo del lavoro

Pur vantando antiche tradizioni, la coltura della zucca da zucchini, negli ultimi anni ha presentato alcune criticità legate soprattutto ad aspetti fitosanitari, al cui superamento potrebbe contribuire: l’aggiornamento delle tecniche colturali, l’introduzione di nuove varietà resistenti ai principali virus e soprattutto una gestione sostenibile della coltura. Questi ultimi aspetti, alla luce del rinnovato panorama varietale e alla messa a punto di nuove tecniche di coltivazione basate su prodotti biologici, sono stati ritenuti prioritari nella realizzazione di una prova rivolta a valutare la risposta delle due varietà di zucche da zucchini

Materiali e metodi

La prova è stata avviata nel 2018 nella costiera ionica della Calabria presso il Centro Sperimentale Dimostrativo ARSAC della Locride “V. Caglioti” sito nella Piana di Locri. (38° 14′ N, 16° 16′ E, 7 m s.l.m.)

Al fine di perseguire lo scopo della ricerca, è stato studiato il comportamento morfo-bio-agronomico di due varietà: SHOROUQ (virus resistente) e CLARITA (senza resistenza a virus), in combinazione fattoriale con due diversi formulati commerciali biologici in grado di rendere prontamente assimilabile, da parte delle colture, il fosforo immobilizzato nel terreno. I prodotti messi a confronto sono:

Il P_Force, che è un prodotto a base di un complesso batterico, e il Bacnifos che è un composto basato sulla miscela di due ceppi di Paeudomonas (il P. Putida e P. Fluorescens).

Al fine di verificare l’efficacia di questi prodotti, il piano di concimazione ha previsto una distribuzione di unità di fosforo ridotta del 50% rispetto le reali necesità della coltura.

I trattamenti allo studio sono stati distribuiti in campo secondo uno schema sperimentale a parcelle suddivise con due repliche.

Il terreno che ha ospitato la prova è di natura franca, a reazione subalcalina, moderatamente calcareo, mediamente dotato in azoto totale e sostanza organica, ricco in fosforo assimilabile e potassio scambiabile (Tab. 1).

La preparazione del terreno è stata eseguita mediante vangatura, profonda 30 cm, seguita da doppia fresatura. Le parcelle sono state concimate con prodotti minerali tradizionali, miscelati con un fertilizzante a matrice organica ottenuto da miscela umificata di letami bovino e avicolo. Tutti i suddetti prodotti sono stati interrati mediante fresatura.

In successione alle suddette operazioni, la messa a dimora delle piantine è stata eseguita in data 23 aprile 2018. Il trapianto è stato eseguito manualmente ad una distanza di 0,50 m sulla fila e 3,0 m tra le fila, al fine di limitare le possibili interferenze tra le diverse tesi. Subito dopo la messa a dimora delle piantine, è stato effettuato un primo intervento irriguo, tramite manichetta. Dopo l’insediamento della coltura, gli apporti idrici si sono susseguiti, ogni due giorni, fino a fine ciclo.

La concimazione di produzione è stata eseguita mediante interventi di fertirrigazione settimanali.

Le patologie sono state controllate mediante trattamenti fogliari. Durante l’intero ciclo sono stati effettuati due interventi con un prodotto insetticida a base di imidacloprid, mentre le malattie da fitopatogeni sono state combattute con l’applicazione settimanale di un prodotto a base di un composto di fermenti e metaboliti, ottenuti dal processo fermentativo di Lactobacillus, che attiva e potenzia i meccanismi di difesa delle piante nei confronti di molti fitopatogeni di origine fungina e batterica. Tale pratica ha consentito di limitare l’utilizzo di prodotti a base di zolfo miscelati con prodotti sistemici, a soli tre interventi, nella fase di maggior pressione (giugno-luglio).

La flora infestante è stata controllata mediante pacciamatura.

La raccolta è stata realizzata scalarmente, quando le zucchine raggiungevano il peso commerciale di circa 200 grammi. In tutto il ciclo si sono effettuate venti raccolte, con inizio il 25 maggio e fine l’11 luglio 2018.

In corrispondenza di ciascuna raccolta sono stati determinati su un campione di 20 piante per parcella, il numero e il peso degli zucchini. A conclusione dell’ultima raccolta i dati sono stati elaborati mediante analisi della varianza a tre vie. In caso di significatività, le medie sono state separate con il test di confronto multiplo di Tukey (HSD) utilizzando il programma DSAASTAT v 1.1 (Onofri, 2007). Le differenze tra i valori medi sono state considerate statisticamente significative per p≤0,



Prova su zucchino 2018 - panoramica

Descrizione delle prove:

Le prove, come abbiamo detto, sono state effettuate su due varietà di Zucchini, una con resistenza ai virus e una, senza resistenza ai virus.

Tutta la superficie oggetto delle prove, è stata interessata dalla stessa concimazione, dalla stessa difesa fitosanitaria e da identici apporti idrici, in modo che l’unica variabile fosse rappresentata dai prodotti messi a confronto.

Schema progettuale

  • Tesi n°1: Sono stati distribuiti, ad inizio ciclo, 5 l/ha di Dopo 15 giorni si sono distribuiti 5 l/ha di un fortificante della crescita e rigenerante per il suolo (Trichobacter). Questo è un complesso costituito da microrganismi del suolo nitrificanti, fosforo riduttori, proteolitici e cellulosolitici, in grado di favorire l’assorbimento degli elementi nutritivi presenti nel suolo. Successivamente, ogni sette giorni, fino a fine ciclo, si sono distribuiti ulteriori 1 l/ha di questo prodotto.
  • Tesi n°2. Le piantine sono state trattate con 2 l/ha di P-force. Anche qui, dopo 15 giorni si sono distribuiti 5 l/ha di Trichobacter e successivamente, ogni sette giorni, fino a fine ciclo, 1 l/ha di questo prodotto.
  • Tesi n°3: in questa tesi sono state dimezzate le dosi distribuite nella tesi n°1.

 Pertanto Sono stati distribuiti, ad inizio ciclo, 2.5 l/ha di Bacnifos e dopo 15 giorni 2.5 l/ha di Trichobacter. Mentre successivamente, ogni sette giorni, fino a fine ciclo, si sono distribuiti 0.5 l/ha di quest’ultimo prodotto.

I dati finali delle prove sono raffigurati nei grafici seguenti.

Da questo grafico si può vedere come in tutte le tesi la varietà virus resistente è risultata più produttiva rispetto all’altra. Facendo il confronto tra le tesi, si può vedere come la tesi 1 è risultata, in senso assoluto, la più produttiva, mentre le produzioni della tesi 2 e della tesi tre sono risultate pressoché uguali.

Conclusioni

Dalla prova in oggetto, si può concludere che i due prodotti messi a confronto hanno permesso di realizzare una buona performance produttiva, senza la comparsa di sintomi da carenza di fosforo. Dal confronto sulle rese produttive, si evince che: se i due prodotti vengono usati alle dosi consigliate dalle case produttrici, (5 l/ha per il Bactifos) e (2 l/ha per i P-Force), il primo risulta più produttivo, ma se i due prodotti si utilizzano a dosi simili (2,5 l/ha di Bactifos contro 2 l/ha di P-Force) le produzioni sostanzialmente, si equivalgono.

Dai dati relativi all’aspetto fitosanitario, si può affermare che l’utilizzo di prodotti biostimolanti sono risultati efficaci, migliorando il vigore delle piante, favorendo l’assimilazione dei nutrienti e aumentando le autodifese della coltura.

Un’ultima considerazione si può fare sulle due varietà utilizzate. Dalla prova si deduce che, in media, la produzione totale è, in tutte le tesi, sempre a favore dello Shorouq (varietà con resistenze a diversi virus rispetto al Clarita (varietà senza resistenze a virus), molto probabilmente perché le piante riescono ad arrivare a fine ciclo in migliori condizioni fitosanitarie.

 

Prova realizzata in collaborazione con la ditta Agrisystem di Lamezia Terme

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