“Gran o Pomo d’oro di Belmonte Calabro” ARSAC  -  PSR CALABRIA  2007/2013 - MISURA 214 Az. 6 

ARSAC  –  PSR CALABRIA  2007/2013 – MISURA 214 Az. 6 

“Gran o Pomo d’oro di Belmonte Calabro”

Il lavoro di seguito descritto ha avuto origine con l’approvazione, da parte del Dipartimento Agricoltura – Regione Calabria, di un progetto di salvaguardia della biodiversità vegetale afferente alla Misura 214,  Azione 6 del PSR Calabria 2007/2013.

Il progetto è stato elaborato dall’ARSAC di concerto con il Comune di Belmonte Calabro, capofila dell’iniziativa, ed è stato realizzato da entrambi gli Enti costituitisi in ATS (Associazione Temporanea di Scopo). Il Comune ha svolto un ruolo di coordinamento e monitoraggio delle attività curando gli aspetti di tipo amministrativo – contabile e i rapporti con il Dipartimento Agricoltura, mentre l’ARSAC ha fornito tutto il supporto tecnico – scientifico con i propri divulgatori e la disponibilità dei CSD che hanno ospitato le prove di coltivazione ex-situ.  Le finalità e gli obiettivi della Misura 214 contemplavano essenzialmente il recupero, l’identificazione morfologica della biodiversità da salvaguardare, e la conservazione in situ ed ex – situ degli ecotipi caratterizzati. Le attività svolte dall’ARSAC, oltre a garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla misura, sono state orientate anche alla valorizzazione e qualificazione delle produzioni di pomodoro di Belmonte.

Le iniziative previste in progetto e condotte dall’ARSAC afferiscono essenzialmente alle seguenti attività:

  • Incontri con agricoltori e sopralluoghi nel territorio finalizzati alla ricognizione e individuazione del germoplasma locale di pomodoro di Belmonte, scelta delle popolazioni da sottoporre a studio e caratterizzazione;
  • Scelta dei siti di coltivazione ai fini della conservazione in – situ (nel territorio dei comuni di Belmonte C.);
  • Esecuzione e restituzione analisi chimico – fisica dei terreni da adibire alla coltivazione e conservazione del germoplasma selezionato;
  • Controllo e monitoraggio delle colture in campo con effettuazione dei rilievi morfogenetici sulla base di schede e metodologie riconosciute dal MIPAF e pubblicate nelle “Linee guida nazionali per la salvaguardia della biodiversità vegetale”;
  • Allestimento e coltivazione di campi di conservazione ex – situ presso Centri Sperimentali Dimostrativi ARSAC in località “Molarotta” di Spezzano della Sila;
  • Caratterizzazione genetica, con la collaborazione scientifica del CRA-ORTI di Pontecagno (SA)  di n. 11 accessioni di pomodoro di Belmonte, ed identificazione di polimorfismi intravarietali, con estrazione del DNA e utilizzo di marcatori molecolari;
  • Attività di divulgazione e di informazione sulle tematiche della biodiversità e sulle attività condotte in attuazione del progetto in oggetto.

La prima fase di indagine sul territorio si è esplicata nel periodo agosto – novembre 2014 con una serie di interviste ai produttori e sopralluoghi nei territori del comune di Belmonte che hanno portato alla individuazione delle popolazioni di pomodoro di Belmonte più rappresentative e caratteristiche del territorio.

A seguito di questa fase conoscitiva, la scelta è ricaduta su un numero di 8 popolazioni locali del classico “Cuore di bue”, di 2 del cosiddetto “Gigante tondo” e di 1 accessione di pomodoro della  tipologia da salsa detto localmente “A Barchetta”.

Nella fase 2 l’ARSAC ha collaborato con i tecnici dell’amministrazione comunale, in qualità di referente tecnico-scientifico del progetto, alla scelta dei siti e delle aziende aderenti al programma di recupero e conservazione.

Nella terza fase si è proceduto al campionamento e analisi chimico – fisica del terreno sui siti scelti per ospitare le colture in conservazione e su cui successivamente sono stati effettuati i rilievi morfologici. Tale operazione,  propedeutica ai rilievi, si è resa necessaria al fine di valutare anche la possibile influenza dei diversi suoli sull’estrinsecazione dei caratteri morfologici delle piante in osservazione. Si è elaborata la cartografia seguente con l’indicazione delle diverse tipologie di suolo e delle aree comunali potenzialmente interessabili alla coltivazione del pomodoro di Belmonte, nell’ottica di un auspicabile espansione e valorizzazione della coltura.

 Schede ampelografiche

La quarta fase è stata la più impegnativa in quanto ha richiesto diverse giornate lavorative in campo e in ufficio per la campionatura, i rilievi morfogenetici e la redazione delle schede ampelografiche per ogni accessione e per tutte le aziende aderenti al progetto per come previsto dalle linee guida sulla biodiversità  già citate.  Per il pomodoro sono state monitorate n. 16 aziende nella prima annualità e n. 28 nella seconda.

Con l’azione n. 5, avviata contemporaneamente alle altre, sono stati allestiti i campi ex – situ presso il CSD ARSAC “Molarotta” di Spezzano Sila. In particolare si è reso necessario l’allestimento di una serra – tunnel con protezione antiafidi (Screen-house)  per garantire la sanità del materiale genetico in conservazione ed avviare un’azione di risanamento da virus. Sono state poste in coltura le piantine prodotte in vivaio con il seme raccolto in situ da 11 accessioni di pomodoro selezionate e su cui sono state effettuate le analisi genetiche. In pieno campo, inoltre, sono state poste a dimora ulteriori 9 accessioni di pomodoro su cui si sono effettuati i rilievi morfogenetici ex situ.

L’attività di caratterizzazione genetica è stata affidata, con apposita convenzione, al Centro di Ricerca Agricola in Orticoltura di Pontecagnano (SA). Sono stati sottoposti ad analisi genetiche gli 11 ecotipi in conservazione ex – situ. Al fine di identificare eventuali polimorfismi intra-varietali si sono analizzate diverse piantine per ogni accessione ed è stata accertata l’uniformità genetica all’interno delle singole accessioni. In un secondo step sono state esaminate e confrontate tutte le accessioni. Solo due accessioni di pomodoro a cuore di bue sono risultate identiche tra di loro e la varietà da salsa è risultata essere completamente differente da tutte le altre che invece si possono raggruppare in tre sottogruppi con una percentuale di similarità all’interno di ogni sottogruppo superiore all’80% e fra gli stessi sottogruppi inferiore al 40%. In un terzo step si sono confrontati i 10 ecotipi esaminati con tipologie di pomodoro di Belmonte commercializzate da note ditte sementiere nazionali e altre tipologie simili di pomodori autoctoni campani. In base ai risultati delle analisi si può affermare che gli ecotipi di Belmonte Calabro sono differenti da varietà commerciali ed ecotipi simili.

foto delle serre del CRA

Fin qui l’attività svolta nel biennio di durata del progetto, ma l’attività dell’ARSAC  è proseguita negli anni ed è ancora in itinere con il mantenimento in conservazione delle risorse genetiche identificate e la valutazione degli aspetti tecnico – agronomici della coltivazione, nonchè degli aspetti  qualitativi  merceologici e  organolettici dei prodotti ottenuti dalle singole accessioni. E’ stato, inoltre,  costituito un gruppo panel per descrivere le caratteristiche organolettiche delle diverse accessioni poste in condizioni ambientali e pedologiche identiche (all’interno della serra in Screen house). Lo stesso gruppo, costituito da tecnici con esperienza nella degustazione di vini, salumi e formaggi, ha dapprima messo a punto le schede analitico – descrittive con i descrittori sensoriali di seguito esposti e su queste basi ha eseguito le analisi organolettiche e sensoriali.

Dal confronto dei risultati dell’esame si è evidenziato come due delle accessioni in conservazione si distinguono per la particolare dolcezza con bassa acidità e consistenza compatta della polpa.

Panel Arsac

Il pomodoro di belmonte è caratterizzato proprio dall’avere una polpa molto compatta non farinosa, quasi croccante. Altra caratteristica  del pomodoro di belmonte è che il frutto, in sezione trasversale mostra una taglia del cuore molto grande in rapporto al diametro totale, e inizia a maturare dal centro della polpa per poi proseguire verso gli strati esterni, per cui è di fondamentale importanza individuare il momento ideale della raccolta, cosa che sanno fare bene i coltivatori di Belmonte.

Con la finalità di valutare la capacità di adattamento al di fuori del territorio di provenienza, si sono introdotti campioni di diverse accessioni in ambienti a vocazione orticola dell’intera provincia e in territori simili a quelli di origine. Nei territori pianeggianti della valle del Crati, a vocazione orticola, i risultati ottenuti sono tali da sconsigliarne la coltivazione. Le problematiche rilevate afferiscono alla scarsa allegagione e serbevolezza dei frutti che non evidenziano le caratteristiche di compattezza  e dolcezza tipiche di questi ecotipi. In alcuni areali di alta collina e montagna gli ecotipi saggiati hanno mostrato, invece,  una buona adattabilità confermando anche le loro peculiarità gustative.

In sintesi la maggior parte delle accessioni di pomodoro di Belmonte identificate sono ormai perfettamente adattate al territorio di origine ma riescono ad esprimere ottime performance produttive anche in territori di alta collina e di montagna come dimostrato presso il CSD “Molarotta”. Dall’esperienza fin qui maturata si può inoltre evidenziare che il pomodoro di Belmonte predilige terreni con buona dotazione di sostanza organica, avvantaggiandosi di abbondanti concimazioni organiche, e che si adatta bene ad un agricoltura di tipo sostenibile e biologica non avendo evidenziato particolare sensibilità alle principali fitopatie del pomodoro.

Autori: Dr. Maurizio Falbo e Dr. Marcello Bruno

Cura dei contenuti e della veste grafica: Dr. Pasquale Saragò – Ufficio Marketing

Hanno partecipato al progetto: Dr. Maurizio Falbo (responsabile tecnico e RUP del progetto per l’ARSAC) Dr. Marcello Bruno,  Dr. Fabio Petrillo, Dr. Raffaele Paone,  Dr. Giuseppe Cicero, P.A. Angelo De Simone per l’ARSAC e il Dr. Giovanni Arlia per il Comune di Belmonte C.

Ringraziamenti

A tutti i coltivatori del Comune di Belmonte che hanno aderito al progetto;

Per la fattiva collaborazione il Dr. Maurizio Turco (Responsabile del CSD Molarotta di Spezzano Sila)  i Sig.ri  Paolo Salerno,  Roberto Cipparrone, Antonio Prospero e  tutto il personale del Centro Sperimentale Dimostrativo che ha contribuito alla buona riuscita della coltivazione in serra;

Al Dott. Pasquale Tripodi del CRA  di Pontecagnano (SA).

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