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Stevia tecniche colturali: confronto tra impianto con piantine in vaso e talee radicate in campo

La stevia (Stevia rebaudiana B.) è una pianta dicotiledone, della famiglia delle Asteraceae (Compositae), semiperenne, originaria del Paraguay. Tutti i suoi tessuti, ma soprattutto le foglie, contengono un principio attivo denominato stevioside e rebaudoside  che, dolcificando i prodotti in maniera naturale, rivoluziona il campo degli edulcoranti grazie alle sue qualità terapeutiche utili a fronteggiare malattie come il diabete.

Da questa pianta si ricava un dolcificante sostitutivo dello zucchero che, essendo prodotto da fibra, non entra in circolazione nel sangue. Ha un potere dolcificante venti volte superiore al glucosio.  È utilizzata in bibite, alimenti dietetici e medicine ed è presente sul mercato come foglia secca intera o trattata a differenti livelli (tritata, macinata, polverizzata).  La produzione vegetale della stevia è considerata interessante soprattutto nella diversificazione produttiva agricola delle piccole imprese. In generale, si presenta come una attività complementare che permette un’entrata di capitali in periodi durante i quali le coltivazioni da rendita tradizionale sono assenti. 

La stevia Rebaudiana è stata introdotta per la prima volta in Calabria nel 2016, su impulso dell’ARSAC (Azienda Regionale di Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese) presso il proprio CSD (Centro Sperimentale Dimostrativo) di Cropani (CZ), al fine di verificare l’adattabilità al nostro ambiente pedoclimatico. 

Nel corso degli anni presso il Centro dell’Arsac sono stati effettuati vari studi sulle tecniche colturali, sulla adattabilità e sulla produzione della stevia.

In questo caso sono state messe a confronto due metodologie di impianto della stevia:

Impianto con piantine in vaso

Impianto con talee radicate direttamente in campo

Foto 1 piantine in vaso Foto 2 impianto con talee radicate direttamente in campo

Per entrambe le prove il terreno è stato preparato e concimato allo stesso modo:  

  • vangatura del terreno, preceduta da una abbondante concimazione organica di fondo con letame ben maturo che ha garantito una buona struttura e tessitura del terreno.
  • tre fertirrigazioni a distanza di un mese con concime complesso 20.20.20 + microelementi.

1) impianto di stevia con piantine in vaso

Epoca impianto: Maggio

Sono state utilizzate 273 piantine ottenute in vaso dalla radicazione di talee legnose

Le piantine sono state disposte su 7 file di 39 piantine, con distanza tra le file di 1,20 metri e lungo la fila 50 cm, per facilitare l’utilizzo del motocoltivatore e consentire l’eliminazione delle erbe infestanti. 

Lungo la fila è stata posizionata una manichetta a goccia per effettuare la necessaria fertirrigazione (foto 3).

Sono state effettuate sarchiature meccaniche tra le file e zappettatura manuale lungo le file per eliminare le malerbe (Foto 4) .

 

Foto 3 Fase vegetativa della stevia senza pacciamatura e con la manichetta Foto 4 Sarchiatura Meccanizzata  Foto 5  Rigogliosa fase vegetaiva della coltura Foto 6 Stevia in fase di essicazione a fine ciclo

2) impianto di stevia con talee radicate direttamente in campo

Epoca Impianto: Maggio

Sono state utilizzate 273 talee semilegnose di stevia (foto 2) con radicazione diretta in campo

In questo caso è stato utilizzato il telo pacciamante con la finalità di evitare le costose sarchiature periodiche delle erbe infestanti.

L’irrigazione è stata effettuata con la manichetta posizionata sotto il telo pacciamante.

Oltre all’ombreggiamento in questa prova è stato utilizzato per circa un mese un impianto di nebulizzazione, a flusso intermittente per facilitare la radicazione delle talee. L’intervallo di nebulizzazione utilizzato è stato 5 minuti ogni 2 ore dalle 07.00 alle 21.00

 

Osservazioni:

Per entrambe le prove non sono state effettuate cimature e potature per garantire il massimo sviluppo della pianta.

Non si sono registrati attacchi da parassiti animali e vegetali come evidenziato in (foto 5)

Risultati

A fine ciclo vegetativo, a metà dicembre, quando le piante hanno cominciato a seccare (foto 6) sono stati rilevati i seguenti dati:

prova n. 1: su 273 piantine messe a dimora hanno completato il ciclo vegetativo 212 piantine con un percentuale di sopravvivenza del 77,6%.

prova n. 2: su 273 talee messe a radicare hanno completato il ciclo 87 piantine con una percentuale di sopravvivenza del 31,86%.

I dati sono stati condizionati anche dalle elevate temperature registrate in quel periodo

Conclusioni

Dai dati riportati si evince che l’impianto di talee semi legnose di stevia con radicazione diretta in campo, sperimentata con la finalità di ridurre i tempi evitando il taleaggio in vaso, non è proponibile per la scarsa percentuale di radicazione delle talee.

Al contrario l’impianto con l’utilizzo di piantine in vaso con il pane di terra, ha ottenuto una percentuale di sopravvivenza delle piante nettamente superiore. Inoltre in questo caso le piante di stevia hanno mostrato un maggiore vigore vegetativo e una migliore capacità di sopportare la calura.

 

Scalise A., Scalzi T.

Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese – CSD di Cropani Marina – Catanzaro

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Publicato da Arsac Ufficio Marketing Territoriale

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