Gli obiettivi delle prove dimostrative messe in atto lo scorso anno hanno riguardato la valutazione e confronto della risposta produttiva delle varietà di zucchino messe a dimora, nelle diverse tesi e l’introduzione e valutazione dei metodi di lotta alle malattie a basso impatto ambientale, in confronto con sistemi di difesa tradizionali; Le prove sono state realizzate in collaborazione con la ditta Agrisystem di Lamezia Terme. Gli schemi progettuali messi a punto sono di seguito descritti.
- Schema n°1: confronto, su due varietà di zucchino, tra coltivazione tradizionale (testimone), e una tesi trattata con un complesso batterico in grado di rendere prontamente assimilabile, da parte delle colture, il fosforo immobilizzato nel terreno;
- Schema n°2: confronto, su due varietà di zucchino, tra coltivazione tradizionale (testimone), e una tesi trattata con un complesso costituito da microrganismi del suolo nitrificanti, fosforo riduttori, proteolitici e cellulosolitici: (Azospirillum, Azotobacter, Rhizobium, Saccaromyces, ecc.) in grado di favorire l’assorbimento degli elementi nutritivi presenti nel suolo;
- Schema n°3: confronto, su due varietà di zucchino, tra metodi di lotta chimica (testimone), e una tesi trattata con un composto di fermenti e metaboliti ottenuti dal processo fermentativo di Lactobacillus, che attiva e potenzia i meccanismi di difesa delle piante nei confronti di molti fitopatogeni di origine fungina e batterica.
Le prove sono state effettuate su due varietà di Zucchini, una virus resistente e l’altra non resistente.
Su tutta la superficie interessata dalle prove, è stata effettuata una concimazione di fondo di tipo organo minerale; il fertilizzante è stato interrato con le lavorazioni del terreno.
- Testimone: durante l’intero ciclo produttivo si è applicato il piano di concimazione e di difesa fitosanitaria, che solitamente viene applicato in questa coltura, in un regime di agricoltura tradizionale, effettuando fertirrigazioni ogni 4/5 giorni, e applicando prodotti fitosanitari fungicidi e insetticidi, per via radicale e fogliare, per lo più ad azione sistemica.
- Tesi n°1: sono state somministrate le stesse unità fertilizzanti del testimone tranne che per il fosforo, per il quale sono state ridotte del 50% rispetto al testimone. In aggiunta, sono stati distribuiti, ad inizio ciclo e dopo un mese dal trapianto, 300 cc di un complesso batterico in grado di rendere assimilabile il fosforo bloccato nel terreno. La difesa fitosanitaria è stata la stessa di quella eseguita nel testimone.
- Tesi n°2: le unità di azoto, fosforo e potassio, sono state ridotte del 50% rispetto al Testimone. Le piantine sono state trattate con un complesso costituito da microrganismi del suolo nitrificanti, fosforo riduttori, proteolitici e cellulosolitici, in grado di favorire l’assorbimento degli elementi nutritivi presenti nel suolo. Si sono effettuati due trattamenti con 500 cc di prodotto, il primo dopo 20 giorni dal trapianto e, il secondo, dopo 5 giorni dal precedente. Successivamente, ogni sette giorni, fino a fine ciclo, si sono distribuiti 150 cc di prodotto. La difesa fitosanitaria è stata la stessa di quella eseguita nel testimone.
- Tesi n°3: sono state somministrate le stesse unità fertilizzanti del testimone. La difesa fitosanitaria ha previsto lo stesso numero di trattamenti effettuati nel testimone, ma con la completa assenza di prodotti fungicidi, che sono stati sostituiti con trattamenti a base di un composto di fermenti e metaboliti in grado di attivare e potenziare i meccanismi di autodifesa da parte delle piante, nei confronti di molti fitopatogeni di origine fungina e batterica.
I dati finali delle prove sono raffigurati nei grafici seguenti.
Inoltre si è realizzato un confronto, riguardante il prolungamento della fase commerciale post raccolta, tra due campioni di 100 frutti di limone, uno trattato subito prima della raccolta, con un composto di fermenti e metaboliti ottenuti dal processo fermentativo di Lactobacillus e un altro, raccolto senza che sia stato eseguito nessun trattamento.
Si è deciso di prendere in esame un periodo temporale di circa un mese a partire dal distacco dei frutti dall’albero. L’andamento degli scarti è quello evidenziato nel grafico seguente.