I nematodi galligeni rappresentano una delle principali avversità nella coltivazione del  pomodoro in serra, limitando sensibilmente la formazione dell’apparato radicale, alterando così l’assorbimento dell’acqua e degli elementi nutritivi.

Le piante nematocide producono essudati radicali tossici nei confronti di numerose specie di nematodi di colture agrarie: questi svolgono un’azione schermante ostacolando, con i propri essudati, la percezione di quelli delle piante ospiti da parte dei nematodi stessi.

Nella prova oggetto della sperimentazione svolta presso il Centro Sperimentale Dimostrativo ARSAC di Cropani Marina le piantine di pomodoro sono state messe a dimora nel mese di settembre 2017. La cultivar prescelta è la “tresbon”.

Le specie nematocide utilizzate in consociazione con il pomodoro sono tre: rucola (Eruca vesicaria L.), tagete (Tagetes patula L.) e nasturzio (Tropaeolum majus L.) .

Il numero di parcelle sperimentali costituite sono state quattro, una per ciascuna delle tre specie sopra indicate, mentre la quarta è quella del testimone, cioè impiantata solo con pomodoro.

L’intera prova si è estesa su una superficie totale di mq 180.

La prima operazione colturale è stata la vangatura del terreno, seguita dalla fresatura. Successivamente sono stati aperti dei solchi su cui è stato posizionate del letame bovino, in modo da localizzarlo in prossimità degli apparati radicali. Su ciascun filare, come impianto d’irrigazione, sono state stese tre manichette in modo da poter irrigare e concimare (fertirrigazione) pomodori e piante biocide.

Dopo aver messo a dimora le piantine le operazioni colturali successive hanno riguardato la zappettatura per eliminare le erbe infestanti, la legatura del pomodoro ai sostegni, la fertirrigazione, i trattamenti antiparassitari sulla parte aerea, ecc.

Dal punto di vista produttivo la prova con il tagete (34%) e la rucola (33%) hanno fornito risultati simili, leggermente migliori nel tagete, seguiti dal testimone(22%) e dal nasturzio (11%). A differenza della produttività il calibro dei frutti è stato maggiore nella prova con il testimone e nasturzio, seguite da rucola e tagete. Probabilmente ciò è dovuto alla maggiore produttività avuta nella tesi con il tagete.

Per quanto riguarda l’attacco dei nematodi alle radici, si è fatta una stima visiva, attribuendo un punteggio da 0 a 10, in base all’intensità dell’attacco (attacco assente 0 attacco massimo 10). I risultati sono stati i seguenti:

Il testimone ha avuto un punteggio uguale ad otto, seguito da rucola (5), tagete (4) e nasturzio (2). Naturalmente la maggiore massa radicale si è avuta nella tesi con il nasturzio e, a seguire, il tagete, la rucola e il testimone.

Come si può notare nella prova con il nasturzio ad un attacco minore alle radici non corrisponde una maggiore produzione, probabilmente dovuta alla influenza negativa della pianta del nasturzio sugli apparati nutritivi di quella del pomodoro.

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