La Catena Costiera rappresenta uno dei maggiori sistemi montuosi calabresi, estendendosi in direzione Nord-Sud per circa 60 Km, da Passo dello Scalone, al confine con i monti del gruppo del Massiccio del Pellegrino, fino alla valle del Savuto, che segna il suo confine meridionale. Nel complesso, interessa un’area di circa 80 Kmq. La sua maggiore peculiarità consiste nella significativa estensione in latitudine associata, nel contempo, all’estrema vicinanza al mare. I rilievi raggiungono quote medie di 1150 metri;  la vetta più alta è rappresentata da Monte Cocuzzo (1541 m.), che dista, in linea d’aria, meno di 7 Km dal mare. La particolare posizione geografica determina condizioni climatiche uniche a livello nazionale. Infatti, la Catena Costiera genera, nel tratto settentrionale della Calabria, un “effetto cordigliera” che si traduce in un accumulo di umidità con formazione di nebbie frequenti sul versante occidentale, soprattutto durante il periodo estivo. Queste particolari condizioni influiscono notevolmente sulla vegetazione, permettendo lo sviluppo di boschi montani anche a basse quote. Ad esempio, si osservano estese cerrete sui versanti posti in elevata pendenza, su rocce scistose con suoli poco profondi, in quanto il deficit idrico viene compensato dal surplus di umidità atmosferica. Sui crinali, inoltre, si registra la più alta piovosità per l’intera Calabria (oltre 2000 mm/anno presso Fagnano), fattore determinante per la formazione di laghetti e torbiere mediterranee. Il drenaggio delle acque, sul versante occidentale, è assicurato da brevi corsi d’acqua, a percorso rettilineo, che sfociano direttamente nel mare e spesso assumono il carattere di fiumare. Invece, sul versante orientale, i fiumi compiono percorsi più lunghi e terminano come affluenti del Fiume Crati, contribuendo ai processi sedimentari che stanno alla base della formazione dell’omonima Valle. Solo in piccola parte, nel tratto più meridionale della Catena Costiera, si generano corsi d’acqua affluenti del Fiume Savuto. L’intero complesso montuoso, sebbene molto interessante dal punto di vista geologico (unico settore della Calabria dove è possibile verificare direttamente il fenomeno di sovrascorrimento delle unità alpine su quelle appenniniche), ha risentito nei secoli dell’elevato sfruttamento agro-silvo-pastorale e dell’incontrollato sviluppo degli insediamenti urbani, soprattutto alle quote più basse, fattori che hanno contribuito a determinare lo scarso interesse per lo studio di questo territorio, spesso considerato, a torto, monotono e “poco attraente” rispetto agli altri monti della Calabria. Non a caso, fino ad oggi la produzione di contributi alle conoscenze floristiche della Catena Costiera appare circoscritta ad aree molto limitate ed è da reputarsi del tutto irrilevante.

Il Progetto F.I.o.C.Co.R. (Floristic Investigation of Calabrian Coastal Range) rappresenta una tipica indagine ambientale rivolta all’analisi della flora della Catena Costiera Calabrese. Il progetto si propone, come obiettivo principale, l’analisi della biodiversità vegetale, in base alla determinazione di tutte le specie botaniche (erbacee, arbustive ed arboree) che vivono entro i confini dell’area di studio.

Il progetto viene attuato dal Dr. Maiorca Giovanni, dell’ARSAC, insieme al Dr. Domenico Puntillo, collaboratore presso il Museo di Storia Naturale e Orto Botanico dell’Università della Calabria.

Allo stato attuale, è stato pubblicato il primo report relativo alla flora della Valle della Fiumara dei Bagni, localizzata nel comprensorio di Guardia Piemontese ed Acquappesa.

Il secondo report, in fase di completamento e pubblicazione, riguarderà la flora della Valle del Fiume Caronte, affluente del Fiume Busento, localizzato nel comune di Mendicino e Carolei. In tale comprensorio sono già state censite oltre 700 specie botaniche. Di notevole interesse è stato il rinvenimento di Saxifraga hederacea, unica segnalazione per la Calabria di una specie rarissima presente solo in poche località della Puglia e della Sicilia.

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